Doping: Di Luca in Procura. “Non so se resterò nel ciclismo”

di luca daniloUn’altra brutta pagina per il campione abruzzese Danilo Di Luca. Il Ciclista pescarese è stato ascoltato per oltre un’ora dal Vicepresidente Mario Vigna in merito alla sua positività all’Epo riscontrata il 29 aprile scorso nel corso di un controllo antidoping disposto fuori competizione dall’UCI, l’Unione Ciclistica Internazionale. Ci si attendeva un interrogatorio fiume ed invece la sua audizione e durata circa un’ora. Da quanto è emerso non dovrebbe aver collaborato. Il Procuratore Vigna è stato molto professionale, ha spiegato Di Luca, abbiamo parlato ma non posso rivelarvi i contenuti del nostro colloquio. Accompagnato dal suo legale, Ernesto De Toni, Di Luca ha preferito evitare messaggi da rivolgere ai suoi tifosi. Per ora preferisco non dire nulla ha affermato Di Luca, ma chi è mio tifoso resterà sempre con me ha sottolineato il campione abruzzese. Alle domande dei cronisti sul suo futuro nel mondo del ciclismo Di Luca ha risposto: “Vedremo strada facendo anche se io sto facendo altro. Seguo il mio negozio di bici, costruisco biciclette quindi ho già molti altri impegni”. Parole che suonano già da ex, quelle di Danilo Di Luca all’uscita della Procura Antidoping di Roma. Nessuna replica infine, in merito alla lettera aperta del suo ex sponsor e del Presidente del Gruppo Farnese, Valentino Sciotti, che proprio ieri aveva invitato Di Luca a “collaborare” per il bene del ciclismo. “L’ho letta, ha affermato Di Luca, ma meglio non parlare ed aspettare i tempi giusti per farlo. Per il corridore di Spoltore, vincitore, tra l’altro, di un Giro d’Italia nel 2007, non è il primo caso di doping, essendo già stato squalificato per la sua frequentazione con il medico inibito, Carlo Santuccione e successivamente per essere stato trovato positivo al Cera nel 2009 e per questo squalificato a 2 anni, pena poi ridotta a 9 mesi e 7 giorni per aver collaborato. Per il terzo caso rischia quindi da 8 a 12 anni di squalifica.

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