video » Cliente “braccato”, banca condannata

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UrlaTelefonoUna sentenza destinata a fare giurisprudenza quella emessa dal giudice del Tribunale di Chieti Camillo Romandini nel novembre scorso e le cue motivazioni sono state rese soltanto qualche mese fa: una banca, la Santander Consumer Bank, e la società che per suo conto svolge attività di recupero crediti, la Transcom Worldwide, condannate a risarcire un cliente per il danno di condotta lesiva. Il procedimento, che solo ora é salito alla ribalta della cronaca perchè é la prima sentenza di questo tipo in Italia, era stato portato avanti da due giovani avvocatesse, Anna Olivieri, di Pescara e Vanessa Serra di Chieti, a tutela di un uomo di Chieti letteralmente “braccato”, il termine é quello utilizzato dallo stesso giudice nella sua motivazione, dalla Società di Recupero Crediti, con una serie infinita di telefonate e visite improvvise a casa, perfino all’anziana madre e ad altri parenti. Un vero e proprio incubo per la vittima che ha deciso di denunciare questo comportamento cosi assillante: “Nel 2005 – ci racconta l’avvocato Anna Oliveri – il garante, sul tema, aveva adottato una sorta di codice deontologico al quale le società di recupero credito dovevano adeguarsi, in caso contrario scattava una blanda sanzione amministrativa. L’aspetto innovativo di questa sentenza, invece, sta proprio nella condanna, anche se in sede civile, sia della banca che della società ed é la prima volta in assoluto nel nostro paese che accade, anche per questo, in questi giorni, ci stanno contattando associazioni consumatori e centri antiusura per avere delucidazioni su questo rivoluzionario dispositivo.”


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