Pagavano 5 euro a una organizzazione che clonava le chiavette e consumavano 15 euro nei distributori automatici di bevande situati negli stabilimenti Fiat di Termoli, Pratola Serra (Avellino), Foggia e alla Sevel di Atessa per un giro d’affari arrivato in meno di un anno a oltre 300 mila euro. Ai gestori delle macchinette, invece, non arrivava nemmeno un euro, ma a loro carico c’erano i costi della continua rifornitura di bevande e snack all’interno delle fabbriche. Una vera e propria truffa quella orchestrata da un gruppo di 15 persone che si stava allargando a macchia d’olio nel centro sud Italia scoperta e stroncata dai carabinieri di Termoli con il coordinamento della Procura di Larino. Gli investigatori, a conclusione di un anno di indagini tra intercettazioni telefoniche, pedinamenti e appostamenti con foto degli organizzatori della truffa che consegnavano le ‘chiavette magiche’ davanti all’ingresso della Fiat di Termoli o sulla ss 87, hanno fatto scattare l’operazione con il sequestro di alcune macchinette, 16 perquisizioni e le manette attorno ai polsi di 15 persone: sette in carcere a Larino e otto ai domiciliari, nelle abitazioni degli affiliati all’associazione malavitosa, residenti a Guglionesi (Campobasso), Ururi (Campobasso), Santacroce di Magliano (Campobasso), Apricena (Foggia) e Lanciano. La Procura frentana ha iscritto, inoltre, più di 100 persone sul registro degli indagati; sono gli operai utilizzatori delle chiavette, tra dipendenti diretti della Fiat e collaboratori di ditte esterne. A carico degli arrestati è stata formulata l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata, riciclaggio e alterazione strumenti di pagamento mentre per gli utilizzatori, l’ipotesi di reato è truffa con l’utilizzazione abusiva di strumenti di pagamento alterati. Il promotore dell’attività illecita è un cinquantaduenne del Basso Molise dipendente dello stabilimento Fiat di Termoli. L’uomo aveva scoperto il modo di clonare, tramite un dispositivo collegato al pc, le chiavette in uso ai distributori automatici presenti negli stabilimenti Fiat fornite dalla società gestrice del servizio, la Gr (Generale Ristorazione), società del gruppo Elah-Dufour con sede a Genova. Lo stesso si era attorniato di un gruppo di collaboratori, in tutto 15, che procacciavano i ‘clienti’ all’interno degli impianti automobilistici. Il gruppo ha dapprima operato solo nell’impianto di Termoli, ma nell’arco di poco il giro d’affari si è ampliato anche alla Fiat di Pratola Serra, Foggia e alla Sevel di Atessa. L’inchiesta è partita a dicembre 2013 con la denuncia della ditta che gestiva le macchinette nella Fiat di Termoli che aveva iniziato a riscontrare ammanchi di introiti per svariate migliaia di euro ogni mese.
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