Come eravamo, l’Abruzzo visto da Sheuermeier e Rohlfs

arbitro candussio

come eravamoPiù che fotografi, studiosi: Paul Scheuermeier e Gerhard Rohlfs non erano abruzzesi, ma il loro sguardo attento seppe cogliere l’ anima della nostra regione e ancora oggi ne restituisce intatto lo spirito del tempo. Ricerche, immagini e parole tutte da riscoprire attraverso gli eventi proposti dalla Fondazione Genti d’Abruzzo: una mostra fotografica – anzi quattro più una – e un convegno internazionale. L’iniziativa si chiama Il tempo qui – Gli Abruzzi di P. Scheuermeir e G. Rohlfs dal 1923 al 1930. Le mostre, curate da Mariano Cipollini e inaugurate all’unisono, sono state allestite nei comuni di Civitaquana (Pescara), Castelli (Teramo), Scanno (L’ Aquila) e Palmoli (Chieti) fino al 2 settembre, e adesso si preparano a sbarcare a Pescara, insieme al convegno L’Abruzzo dei contadini nelle inchieste etnolinguistiche di Gerhard Rohlfs, organizzato dall’università dell’Aquila, che si terrà il 20 settembre nelle sale del Museo delle Genti d’Abruzzo. Con questa giornata di studi la Fondazione Genti d’Abruzzo, diretta da Ermanno de Pompeis, punta a valorizzare una comunione di arte e di storia che riporta alle origini del territorio abruzzese. Al convegno prenderanno parte, fra tanti altri studiosi, Max Pfister (professore emerito di Linguistica romanza presso l’università di Saarbrücken, Germania e direttore del Lessico etimologico italiano), Franco Lurà (direttore del centro di Dialettologia e di etnografia di Bellinzona, Svizzera), l’antropologa abruzzese Adriana Gandolfi e i figli dei due studiosi, Robert Scheuermeier e Eckart Rohlfs. Paul Scheuermeier nacque nel 1888 a Zurigo e morì a Berna nel 1973. Nel 1909 accompagnò il fratello in un lungo viaggio in Italia, dove tornò successivamente per raccogliere annotazioni dialettali e collaborare alla stesura dell’atlante linguistico curato da due suoi professori, dai quali apprese i metodi di registrazione dei dialetti parlati. L’esplorazione si estese dalla Svizzera all’ Italia. Per conto dell’Ais di Berna, Scheuermeier realizzò numerose inchieste etnolinguistiche sul mondo contadino – dal Veneto alla Romagna, dal Piemonte alla Lombardia, dall’Umbria all’Abruzzo – confluite in una serie di pubblicazioni corredate di fotografie. Il glottologo e filologo tedesco Gerhard Rohlfs, autore di una Grammatica storica della lingua italiana e dei suoi dialetti, è stato socio straniero dell’Accademia della Crusca (dal 1956) e dell’Accademia dei Lincei (dal 1972). Profondo conoscitore dei dialetti italiani, Rohlfs ha firmato opere importantissime nel campo dello studio e della comprensione di quelli meridionali, come il Vocabolario dei dialetti salentini, il Nuovo dizionario dialettale della Calabria e gli studi sui dialetti greci dell’ Italia meridionale. Sulla stessa scia si inserisce anche il volume dal titolo Gli Abruzzi dei contadini 1923-1930,pubblicato dalla casa editrice Textus. Il libro sarà presentato durante il convegno di settembre; entrambi si avvalgono del supporto scientifico e della curatela di Anna Rita Severini e Francesco D’Avolio. Le fotografie di Scheuermeir e Rohlfs, le cui stampe sono state curate da Paolo dell’Elce, ripropongono scenari di vita passata realizzate nel territorio dei comuni ospitanti. “Queste immagini – afferma Cipollini – ci permettono di far riaffiorare la memoria collettiva, aiutandoci a comprendere che non dimenticare è la chiave per riconoscerci in quei valori universali che accomunano l’umanità”. La mostra allestita nel Museo delle Genti offre una vasta scelta di scatti, oltre 200, che spaziano dagli Abruzzi ai territori confinanti. Un modo per riscoprire, attraverso le fotografie, le radici e la tradizione contadino-pastorale delle terre d’Abruzzo, scene di vita quotidiana essenziale e dignitosa; una testimonianza efficace delle condizioni di vita e di lavoro nelle zone rurali, prima delle profonde trasformazioni economiche e sociali avvenute nel secondo dopoguerra con lo sviluppo industriale.

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