Consiglio Regionale: sui punti nascita approvate 2 risoluzioni. La maggioranza si spacca, in 4 votano contro le chiusure. D’Alfonso riunisce i suoi

Consiglio RegionaleIl consiglio regionale ha approvato le autorizzazioni alle Ater di Lanciano e Pescara per l’utilizzo dei proventi derivanti dall’alienazione degli immobili di edilizia residenziale pubblica. Per quanto riguarda Lanciano l’importo è di poco superiore agli 800mila euro: 150mila euro serviranno per la manutenzione straordinaria degli edifici in cui l’Ater ha quote di proprietà minoritarie, 30mila per i rimborsi agli inquilini per la sostituzione delle caldaie, 200mila per la riparazione di guasti, 160mila per la manutenzione straordinaria dello stabile di via Spataro a Vasto, 25mila per l’eliminazione dell’amianto e 100mila euro per la manutenzione straordinaria degli impianti tecnologici. Al ripiano del deficit andranno 138mila euro. Per Pescara, invece, l’importo totale è di 682mila euro. Della somma 175mila euro saranno destinati alla manutenzione dei guasti della corrente elettrica, 110mila a quella degli impianti degli edifici, 90mila alla riparazione delle reti idriche, 50mila alla rimozione dell’amianto. Al ripiano del deficit andranno 136mila euro.

Modifica regolamento: duro attacco del M5S

A maggioranza, poi, è stata approvata la modifica del Regolamento interno, che prevede che la carica di presidente della Giunta non sia automaticamente assegnata al presidente del Consiglio regionale, così come avveniva anche nella precedente legislatura. Una decisione che ha scatenato non poche polemiche. La proposta è arrivata dal presidente del Consiglio, Giuseppe Di Pangrazio, per consentire che il presidente della Giunta per il Regolamento sia eletto secondo le procedure della Commissione Permanente. Ad oggi il ruolo di presidente della Giunta per il regolamento è occupato dal presidente del Consiglio, che percependo già l’indennità per il ruolo di presidente non ne aggiunge un’altra. “Con questo cambiamento al regolamento  il presidente della Giunta, non identificandosi pù con il presidente del Consiglio, ma essendo eletto come un presidente di Commissione Permanente, percepirebbe un’indennità aggiuntiva di circa 1.800 euro sul già abbondante stipendio da consigliere regionale che si aggira intorno ai 9700 euro mensili. Una decisione fuori tempo e vergognosa, soprattutto per la mole di lavoro che il neo presidente andrà a ricoprire. In 10 mesi la Giunta si è riunita una volta sola, per 10 minuti e per decidere, appunto, tale modifica” – ha criticato il capogruppo del M5S, Riccardo Mercante. Il Movimento parla di “uno scontro duro in aula tra maggioranza e opposizione che ha visto una lotta all’ultimo intervento”. “E’ vero che controllore e controllato non possono essere la stessa persona  ma noi non accettiamo l’idea che ci sia un’ulteriore spesa. Se la questione non è economica, come sostiene la maggioranza ma nasce solo per evitare un conflitto di interessi, diamo questo ruolo all’opposizione e, se saremo noi del Cinque Stelle, lo faremo a costo zero” – hanno aggiunto i consiglieri pentastellati che hanno concluso – La nostra proposta netta e chiara quella mette all’angolo la maggioranza offrendo una soluzione equa e senza costi. La questione taglio delle spese della politica è nel nostro DNA e lo abbiamo dimostrato concretamente tagliandoci gli stipendi, restituendo in soli 6 mesi ben 133mila euro e presentando un proposta di legge per ridurre le indennità anche degli altri consiglieri, che giace, però, serena nei cassetti della regione. Sulla questione taglio dei costi non accettiamo lezioni da nessuno”. 

Ombrina, respinta la risoluzione delle minoranze. Monticelli (PD) spiega

In seduta straordinaria il Consiglio Regionale ha respinto la risoluzione, che era stata presentata dalle minoranze e che chiedeva l’intervento della Giunta per bloccare la firma dei decreti autorizzativi all’installazione dell’impianto petrolifero, la piattaforma Ombrina che dovrebbe sorgere a pochi chilometri al largo del litorale della provincia di Chieti. 
“Abbiamo deciso di votare contro la risoluzione presentata dalle minoranze semplicemente perché non avrebbe avuto alcun effetto sul blocco dell’iter autorizzativo dell’impianto Ombrina Mare 2 che la società Rockhopper vuole realizzare di fronte alla Costa dei Trabocchi” – lo ha puntualizzato il consigliere regionale del PD Luciano Monticelli. “Come maggioranza avevamo presentato un secondo documento, che discuteremo nella prossima seduta. Un testo in cui, come affermato in aula dal Presidente D’Alfonso, si affronta l’argomento puntando sulla novità amministrativa dell’istituzione del Parco della Costa dei Trabocchi, il cui iter si sta concludendo proprio in questa settimane e che può rappresentare un autentico ostacolo all’incompatibilità dell’insediamento non solo di Ombrina, ma di tutti gli impianti petroliferi nel tratto antistante il litorale abruzzese. Siamo convinti che proprio la vocazione ambientalista della nostra regione, dove già esiste da anni l’area protetta del Cerrano, sia l’unico modo per fermare la petrolizzazione dell’Abruzzo” – ha aggiunto Monticelli che ha parlato a nome di tutta la maggioranza di centrosinistra.
“Non passa la risoluzione su Ombrina Mare che impegnava la Giunta a prendere una posizione netta e chiara contro quest’opera dannosa e inutile, che rovinerà per sempre le nostre coste. Il presidente D’Alfonso non ci difende dagli UFO, non mantiene le promesse fatte in campagna elettorale e non da seguito ai numerosi annunci fatti attraverso gli organi di stampa per imbuonire la popolazione. Non sono servite le motivazioni espresse dal Movimento Cinque Stelle e dall’opposizione, non sono servite le proteste di centinaia di cittadini che fuori dalla Regione stanno reclamando una regione pulita che mantenga la vocazione di ‘Regione Verde’ che da sempre ha contraddistinto l’Abruzzo. Il Presidente D’Alfonso non ascolta i cittadini, ma tutela le grandi lobby in nome della morte del territorio che amministra. 30 votanti, 2 astenuti, tutti contrari tranne l’opposizione. La maggioranza di centrosinistra è stata chiara: Ombrina si farà” – è stato il commento del M5S.

Due risoluzioni contro la Powercrop

E, sempre in seduta straordinaria, il Consiglio Regionale ha approvato 2 risoluzioni per ribadire la contrarietà al progetto della PowerCrop per la realizzazione di una centrale a biomasse a Borgo Incile di Avezzano. Il primo documento, a firma della maggioranza, impegna il presidente Luciano D’Alfonso e la Giunta a sostenere presso i ministeri competenti e presso il Prefetto dell’Aquila, nella sua qualità di commissario ad acta per la riconversione dello stabilimento ex Sadam, “il parere negativo alla costruzione e all’esercizio di un impianto per la produzione di energia elettrica da biomassa della potenza di 30 megawatt”. Il secondo documento, sottoscritto dall’opposizione, impegna il governo regionale “ad assumere ufficialmente una posizione di contrarietà nei confronti del progetto della centrale PowerCrop, riconoscendone l’incompatibilità con il contesto socio-economico e ambientale che contraddistingue la Piana del Fucino e, più in generale, la Marsica”.

Chiusura punti nascita ad “alta tensione”

Momenti di tensione all’esterno di Palazzo dell’Emiciclo dove si sono radunati un migliaio di manifestanti giunti all’Aquila per protestare contro la chiusura dei quattro punti nascita di Sulmona, Ortona, Atri e Penne. Dure accuse sono state lanciate nei confronti dell’assessore regionale alla Sanità, Silvio Paolucci, e di tutti gli amministratori regionali. I manifestanti si sono arrampicati sulla recinzione e sul cancello di entrata controllati dalle forze dell’ordine in assetto antisommossa. In un clima di tensione il presidente del Consiglio regionale, Giuseppe Di Pangrazio, ha aperto la seduta del consiglio ordinario per discutere la questione della chiusura dei 4 punti nascita che non era iscritta all’ordine del giorno. Di Pangrazio ha chiesto un minuto di tempo perché venisse autorizzato l’ingresso di una delegazione di amministratori del Comune di Sulmona che in gran numero stava protestando fuori dall’Emiciclo. InaAula ci sono anche molti amministratori degli altri Comuni che devono essere chiusi secondo il decreto del presidente della Giunta regionale e commissario ad acta, Luciano D’Alfonso. 

Anche 4 della maggioranza votano contro la chiusura dei punti nascita

Alla fine vengono approvate due risoluzioni: una presentata dalle minoranze finalizzata “a sospendere gli effetti e a ritirare il decreto del Commissario ad acta per la Sanità 10/2015, così da mantenere i reparti di reparti di ostetricia e ginecologia degli ospedali di Sulmona, Atri, Penne e Ortona, assicurando ogni iniziativa per garantire sempre maggiore sicurezza per i nascituri e le madri”. Il documento è passato con i voti dell’intera opposizione e dei consiglieri di maggioranza Mario Olivieri (Abruzzo Civico), Andrea Gerosolimo (Abruzzo Civico), Pierpaolo Pietrucci (PD) e Luciano Monticelli (PD). Il Consiglio ha poi approvato anche una seconda risoluzione, proposta dalla maggioranza, che chiede al Commissario ad acta per la Sanità di riconsiderare i criteri che hanno portato alla decisione di chiudere i punti nascita degli stessi ospedali. 

D’Alfonso deluso, riunisce i suoi

La maggioranza andata sotto non è passata inosservata nella coalizione dii centrosinistra. Il 
presidente D’Alfonso, che è anche commissario ad acta per la Sanità, visibilmente deluso e contrariato dal voto, ha immediatamente riunito i consiglieri di maggioranza e gli assessori per fare il punto della situazione alla luce dell’esito del voto. 

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