video » Ombrina mare: il PD vuole il ricorso al TAR

Reparto sopedale

ombrinamareIl Consiglio Regionale ha approvato all’unanimita’, una risoluzione che impegna il Presidente della Regione Gianni Chiodi a porre in essere tutte le iniziative “intervenendo presso i Ministeri competenti e ricorrendo in via giudiziaria” per bloccare l’insediamento dell’impianto di estrazione petrolifera “Ombrina Mare 2”, che dovrebbe sorgere al largo del litorale di San Vito Chietino. A porre l’argomento d’urgenza all’ordine del giorno era stato il gruppo consiliare del Partito Democratico.

IL COMMENTO DEL PD
“Dove si è verificato il cortocircuito che ha portato alla scomparsa dei documenti riguardanti l’iter autorizzativo di Ombrina Mare?”. E’ l’interrogativo che lancia il Capogruppo del PD in Consiglio regionale Camillo D’Alessandro, commentando la risoluzione bipartisan PD-PdL, approvata all’unanimità dal Consiglio regionale. “Rimangono però alcuni aspetti da chiarire – continua D’Alessandro, che ha già presentato formale richiesta di accesso agli atti del procedimento – in merito alle carte. Prendo atto delle dichiarazioni del Presidente Chiodi, che asserisce che i documenti non sono arrivate. Mi chiedo: ma quella lettera è l’unica lettera spedita alla Regione? Cosa è accaduto nelle stanze dell’Assessorato o del Ministero?”.

CHIODI: IL DECRETO NON E’ STATO FIRMATO
“Il decreto sub procedimentale sulle compatibilita’ ambientali e paesaggistiche relative al progetto della Medoilgas Spa e’ ancora in fase di bozza e non e’ stato firmato dai ministri competenti”. Lo ha annunciato il presidente della Regione, Gianni Chiodi, nel corso del Consiglio regionale che ha votato una risoluzione urgente contro l’intervento di lavorazione degli idrocarburi a largo del litorale all’altezza di San Vito Chietino. Al Consiglio regionale il presidente Chiodi ha illustrato il percorso che vuole fare la Regione per scongiurare l’intervento, ricordando che “gia’ il 7 ottobre 2010 la Commissione Via-Vas aveva espresso parere negativo all’autorizzazione richiesta dalla Medoilgas Spa. Anche su questo intervento, quindi, la Regione fin dall’inizio ha palesato dal punto di vista amministrativo il suo diniego”. L’avvio di una nuova procedura impone pero’ di ripetere il percorso di diniego. Chiodi ha confermato che “giovedi’ mattina ci sara’ l’incontro con il ministero dello Sviluppo economico e dell’Ambiente nel corso del quale la Regione insistera’ su tre punti: 1) richiesta di chiarimento formale sull’invio alla Regione della lettera del ministero dell’Ambiente del 7 luglio 2012 che, ribadisco, gli uffici regionale non hanno mai ricevuto; 2) chiarire come e’ possibile che una procedura chiusa nel 2010 venga riaperta due anni dopo partendo dal punto in cui si era lasciata, a cui si aggiunge la circostanza che la Medoilgas Spa sembra abbia presentato nuova documentazione che la Regione non conosce perche’ non l’ha mai ricevuta. Se ricorrono queste condizioni e’ necessario un rinnovo della procedura; 3) ribadire il parere negativo della Regione Abruzzo, rafforzato da una risoluzione del Consiglio regionale votata il 27 luglio 2010 contro ogni attivita’ di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi nelle acque dell’Adriatico”. Il Presidente ha poi confermato di aver richiesto alla Conferenza delle Regioni di inserire all’ordine del giorno della prossima riunione “la richiesta a Governo e Parlamento di abrogare l’art. 35 del decreto legge 83/12 in modo da tornare al decreto legislativo 128/10 voluto dall’allora ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo”.

SORGI SCRIVE AL MINISTERO: “NOTA MAI PERVENUTA”
Contro il progetto di piattaforma petrolifera di Ombrina Mare a largo del litorale di San Vito Chietino, scende in campo anche l’organo tecnico della Regione direttamente coinvolto nella vicenda, la direzione Parchi ed Energia. Per ribadire la contrarietà all’insediamento il direttore Antonio Sorgi ieri ha inviato una lettera al ministero dell’Ambiente, in particolare al direttore generale per le Valutazioni ambientali, Mariano Grillo, spedita per conoscenza anche al presidente della Regione, Gianni Chiodi. Sorgi, che è anche direttore del settore dove è incardinato l’ufficio per l’impatto di valutazione ambientale, oltre a presiedere la commissione via regionale, sottolinea che il no era già stato espresso in tempi non sospetti, bacchetta il ministero dell’Ambiente ma anche quello dello Sviluppo economico, velatamente accusati di ‘non parlarsi’, critica l’ipotesi della piattaforma e conclude con un principio cardine: lungo le coste abruzzesi non si trivella. Il dirigente ribadisce in via ufficiale che “solo da notizie di stampa” è venuto a conoscenza della nota protocollata numero 16621 dell’11 luglio 2012, quella diffusa dal Wwf per accusare Chiodi. Una nota “mai pervenuta a questa direzione”, in cui si chiedeva il parere dell’ente sull’autorizzazione al progetto. Nella lettera viene ricordato anche che la Commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale Via-Vas “aveva espresso in data 7.10.2010 il parere negativo n.541, comunicato alla Medoilgas Spa con nota protocollata numero 26875 dell’8.11.2010″. Il funzionario poi si dichiara sorpreso, e qui si legge la critica al ministero, dal fatto che, nonostante le immediate controdeduzioni dell’azienda e la ripresa dei termini per la conclusione del procedimento,”codesto ministero non abbia adottato il provvedimento finale ma abbia atteso quasi due anni per ‘riavviare’ la procedura”. Sorgi chiude ricordando la “contrarietà all’iniziativa proposta da Medoilgas Spa e in generale a tutte le attività di prospezione” da parte dell’amministrazione regionale “per voce del proprio presidente, in qualità di legale rappresentante”, citando la risoluzione approvata dal Consiglio regionale il 27 luglio 2010 e i suoi “principi irrinunciabili”: “La prospezione, la ricerca e la coltivazione di idrocarburi liquidi é vietata nelle acque del mare Adriatico”, e in Abruzzo in particolar modo.

INTERVENTO DI GIANLUCA VACCA (M5S): LA LETTERA RUBATA
Certo bisognerebbe chiamare l’investigatore Dupin per svelare l’arcano mistero delle lettere scomparse tra il Ministero dell’Ambiente e la Regione Abruzzo: ora occorre stabilire se si tratta di un giallo degno del miglior Edgar Allan Poe, oppure di una tragicommedia all’italiana. Oggi è andato in scena l’ennesimo atto della farsa, con gli stessi attori responsabili di questo scempio uniti nell’opporsi all’interno del Consiglio regionale: PD e PDL erano ben consapevoli delle conseguenze che avrebbe avuto l’approvazione dell’art. 35 del decreto sviluppo, anche perché risulterebbe che il 25 luglio dell’anno scorso il comitato No-Triv inviò ai parlamentari  un’informativa sulle conseguenze di quell’articolo. Il ravvedimento comunque, sebbene tardivo e molto opportunistico a nostro avviso, speriamo che serva a bloccare il progetto. Il nostro impegno in Parlamento sarà immediato e assoluto non appena le Camere saranno insediate, e in questo ci auspichiamo una reale e concreta collaborazione da parte di tutte le forze politiche non solo per bloccare Ombrina mare, ma per fare in modo che tali emergenze non si ripropongano più. Sta di fatto che la vicenda delle lettere è un fatto di una gravità inaudita, di cui qualcuno prima o poi dovrà rendere conto. Ribadiamo quanto detto all’assemblea dei giorni scorsi, ovvero che il Presidente Chiodi e il Consiglio regionale avviino un’indagine interna per verificare eventuali responsabilità ed eventualmente prendere i dovuti provvedimenti: il finale di questo giallo dovrà avere un colpevole. Altrimenti resterà la solita farsa all’italiana“.


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