Corruzione nella ricostruzione post-sisma a Bussi, perquisizioni anche a Pescara e in Umbria. Due gli indagati

ForestaleFavori personali per agevolare pratiche o chiudere gli occhi sulle irregolarità. In sintesi, corruzione. E’ questa l’ipotesi investigativa del PM di Pescara Anna Rita Mantini titolare dell’ennesimo fascicolo aperto sulla ricostruzione post-sisma. Stavolta non nel capoluogo di Regione, ma ai confini del cratere, in quella Bussi devastata dal dramma ecologico e occupazionale e anche dal terremoto del 2009, per la cui ricostruzione sono piovuti 75 milioni di lavori. Un’occasione di ripresa, ma -evidentemente- anche di affari ritenuti non del tutto trasparenti. E così  40 tra Sottufficiali e Agenti Forestali dei Comandi Provinciali di Pescara e Perugia sono stati impegnati in perquisizioni domiciliari ed aziendali in diverse località nelle provincie di Pescara e di Perugia. Al setaccio, in particolare il Comune di Bussi e l’adiacente ufficio tecnico della ricostruzione dell’ “Area omogenea 5”, che raggruppa altri 19 centri del Cratere. L’attività investigativa ha fatto emergere -si legge in una nota del Corpo Forestale- “una rete di conoscenze e connivenze tra vertici dell’UTR di Bussi sul Tirino, alcuni imprenditori impegnati nella ricostruzione, presidenti dei consorzi di proprietari ed altri soggetti interessati a beneficiare dei fondi per la ricostruzione privata degli edifici danneggiati dal Sisma del 2009. Grazie ad ipotesi di connivenze con ditte “amiche” -sempre secondo gli investigatori- venivano pagati stati di avanzamento dei lavori, per centinaia di migliaia di euro, senza che quest’ultime fossero in regola con il DURC, altri documenti di tipo amministrativo, oppure alcune tempistiche previste dalla normativa della ricostruzione. Nel corso delle indagini si è riscontrato ad esempio che i DURC a volte non venivano presentati, oppure erano scaduti o irregolari, ovvero relativi a lavori diversi o falsificati. Tra i particolari degli atti dell’inchiesta emergerebbe l’assunzione della figlia del Responsabile UTR in una delle aziende agevolate nei pagamenti. Indagati per concorso in corruzione per questo specifico episodio sono dunque l’architetto Angelo Melchiorre, 60 anni, di Bussi sul Tirino e Stefano Roscini, 48anni, nato a Foligno. Melchiorre avrebbe adottato gli atti amministrativi contrari ai principi del buon andamento della pubblica amministrazione e in favore della ditta Ulisse Immobiliare di Roscini in cambio dell’assunzione della propria figlia presso la società Savit srl con sede a Catania riconducibile a Roscini. In totale le perquisizioni riguardano sette persone, tra cui i due indagati, e tre ditte di Perugia. Il Sindaco di Bussi, Salvatore Lagatta, ha assicurato piena collaborazione alle indagini, esprimendo l’auspicio che comunque non resti bloccata la macchina della ricostruzione, “essenziale per dare respiro anche occupazionale ad una città che vive una dura fase di difficoltà economica e sociale”.

L'autore

Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.

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