I lavoratori del Cotir (Centro di ricerche e tecniche irrigue) di Vasto per tutta la giornata di ieri hanno svolto le loro attività indossando un cappio al collo, come simbolo della situazione che li vede senza stipendio da 15 mensilità. I lavoratori hanno ripreso lo stato di agitazione “riservandosi l’ opportunità di altre forme di protesta nei prossimi giorni, in mancanza di fattivi riscontri da parte dell’organo regionale”. Ad annunciarlo Elvio Di Paolo (Fai Cisl), Simona Velletri (Fai Cgil) e Cristian Digiamberardino (Uila Uil) che ricordano la situazione di stallo in cui si trova il Centro di ricerche, che non ha ancora ricevuto dalla Regione Abruzzo il contributo ordinario per le attività del 2013. Mancano le risorse necessarie per la manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti “al fine di garantire che le attività in atto si svolgano in condizioni di sicurezza e di vivibilità degli ambienti lavorativi”. I rappresentanti sindacali evidenziano anche lo stato dei laboratori di analisi non dotati di aria condizionata per mancanza delle risorse necessarie all’interventi di ripristino. “Normalmente – dicono Di Paolo, Velletri e Digiamberardino – le condizioni ambientali dei laboratori dove vengono effettuate le analisi chimiche devono essere tali da non invalidare i risultati, né influenzare l’incertezza di misura e garantire la sicurezza degli operatori. Inoltre, se la temperatura in un laboratorio supera i 25 gradi, molti solventi cominciano ad evaporare più velocemente e, ovviamente, il rischio di tossicità diventa elevato”. Alla nuova Giunta regionale i lavoratori del Cotir chiedono “di adottare in breve un provvedimento finanziario che gli permetta di andare avanti in attesa di risoluzioni definitive per una proficua attività dei Centri regionali di ricerca affinché continuino ad essere, dopo la difficile parentesi di questi ultimi anni, importanti punti di riferimento per lo sviluppo scientifico ed economico della nostra regione.
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