Crack Angelini: “non sono un bancarottiere”

ANGELINI V MARIANuova udienza in Tribunale a Chieti nell’ambito del processo sul crack Angelini. L’ex imprenditore della sanità privata accusato i in cui è accusato di bancarotta fraudolenta in relazione al fallimento di Villa Pini ha rilasciato dicghiarazioni spontanee. Angelini ha chiesto al collegio giudicante di “scandagliare con puntigliosità tutti gli aspetti che da questo processo vengono fuori per capire la bancarotta”, parlando poi di fretta indemoniata nel volergli “appiccicare sulla pelle il marchio di bancarottiere in modo che questo possa servire anche al processo sanitopoli”. “Ci vorrà molto tempo – ha aggiunto – per scandagliare ma ci sono mille aspetti che il fallimento non ha considerato”. Angelini ha poi evidenziato che “esiste da parte degli organi inquirenti un atteggiamento specifico nei miei confronti e che si è esteso alla famiglia Angelini”. Critiche piuttosto forti Angelini le ha rivolte a uno dei consulenti della Procura, Sergio Cosentino, commercialista, e per un periodo amministratore giudiziario di Villa Pini. “La Procura – ha detto Angelini – gli ha dato il mandato di vedere se Villa Pini era fallibile o meno: lui è stato solo 23 giorni a Villa Pini ed ha ritenuto che l’unico creditore fosse Novafin”. Dopo le sue dichiarazioni, Angelini ha lasciato l’aula, e non vi ha fatto ritorno per l’intera mattinata. Nel processo, oltre ad Angelini, sono imputati la moglie Anna Maria Sollecito, la figlia Chiara, entrambe presenti, e tre componenti del collegio sindacale, non in aula.

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