Credito, Cna: “Per le piccole imprese prosegue la stretta”

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impreseartigianeNiente soldi alle microimprese, molte delle quali, addirittura, si rassegnano a non avanzare più richiesta di credito. L’ennesimo quadro a tinte fosche illustrato dallo studio della Cna Abruzzo relativo al 2014, redatto dal Prof. Aldo Ronci, ci racconta di un settore dell’economia di questa Regione fondamentale, come quello delle piccole imprese, sempre più stretto nella morsa di un sistema creditizio che a fronte di un aumento dei depositi, pari a +310 milioni, continua a foraggiare i grandi gruppi industriali (+138 milioni ad esempio all’automotive) e a chiudere i rubinetti per le micro-imprese, con un decremento di 72 milioni. Come dire le banche continuano a prestare soldi a chi ce l’ha e a negarli a chi ne avrebbe davvero bisogno per aumentare la propria capacità competitiva. A peggiorare la situazione la scomparsa, di fatto, delle casse di risparmio locali che fino al 2011 erogavano l’oltre 50% dei crediti ai piccoli imprenditori: Carispaq e Bls confluite nella Bper; Tercas e Caripe nella Banca Popolare di Bari, Carichieti commissariata, restano le piccole banche di Credito Cooperativo che al momento, però, riescono a coprire solo il 10% delle richieste: “Bisogna ridare liquidità al mercato interno – sottolinea il presidente regionale del Cna Italo Lupo – con una pressione fiscale che sfiora il 63% si decreta la morte di un settore che costituisce il 90% del tessuto economico di questa Regione.” Altro strumento importante quello dei confidi che vanno assolutamente incentivati anche dal Governo Regionale, come precisa il direttore del Cna Graziano Di Costanzo: “L’unico modo per abbassare i tassi in media oltre l’8%, con punte che superano il 12%, con i Confidi, invece, non si andrebbe oltre il 7% e le piccole aziende potrebbero quanto meno tornare a respirare.”

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