video » Crollo Convitto Nazionale: le motivazioni della sentenza

crolloconvitto“La mancata evacuazione dell’edificio del Convitto nazionale rappresenta il punto nodale della responsabilità del dirigente scolastico Livio Bearzi. Una condotta colposa e assurdamente negligente che ha determinato la morte di tre studenti minorenni e il grave ferimento di altri due compagni”. È quanto evidenziato dal giudice Giuseppe Grieco nelle motivazioni della sentenza sul crollo dell’edificio storico di Corso Principe Umberto, con la quale il preside del Convitto è stato condannato a quattro anni di reclusione. “Bearzi opera in totale spregio del piano di sicurezza vigente e delle piu elementari norme cautelari – si legge ancora nelle motivazioni. Egli impose proprio ai più piccoli di restare nelle loro stanze, come se queste fossero sicure, azzerando ogni percezione delle ben note condizioni dell’intera struttura. Ed è in conseguenza della sua deprecabile ed errata scelta che sono morti i tre studenti.
La persona che doveva rappresentare per tutti in quelle drammatiche ore il punto di riferimento – prosegue il giudice Grieco – abdicò totalmente ai suoi poteri primari. Rifiutò le pressanti richieste dei ragazzi che volevano scappare per mettersi in salvo, consci di trovarsi all’interno di un edificio scadente di cui avevano quotidiana percezione”. Nell’ambito dello stesso processo è stato assolto l’altro imputato, l’allora dirigente della Provincia dell’Aquila Vincenzo Mazzotta. All’ente spettava la manutenzione del Convitto nazionale.


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L'autore

Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.

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