Quel che avremmo voluto chiedere ai responsabili dei lavori – e mostrare con l’aiuto della telecamera – è i distacco di un frammento di pochi centimetri di una cornice decorativa che si trova sul soffitto di una delle navate laterali della basilica. Ma non è stato possibile, perché il nuovo dirigente tecnico del provveditorato interregionale alle Opere pubbliche per Lazio, Abruzzo e Sardegna, Gennaro Di Maio, ha alzato un muro di silenzio nei confronti della stampa. “Non parlo con i giornalisti” ha detto davanti al suo ufficio nel palazzo sotto ai portici di piazza San Bernardino, barricandosi dietro la mancata richiesta di un appuntamento con l’invito a rivolgerci al provveditore Roberto Linetti, di stanza a Roma. Un incidente, quello del distacco del frammento, avvenuto tre giorni fa sotto gli occhi di un vigile del fuoco durante una funzione religiosa. I tecnici del Provveditorato interregionali alle opere pubbliche responsabili dei lavori sostengono che riguardi una parte non ancora interessata dai lavori di restauro, che si presume saranno avviati almeno fra un anno (è infatti ancora da bandire la gara d’appalto) e che riguarderanno tutte le cappelle laterali, gli apparati decorativi e la parte al di sotto del cosiddetto tamburo, cioè sotto la cupola. Da tre giorni la ditta esecutrice del restauro sta eseguendo capillarmente dei controlli per valutare il danno e verificare se ci siano altri punti deboli a rischio distacco. Avremmo voluto chiedere e mostrare tutto questo, e magari approfondire i prossimi step del recupero di una basilica che rappresenta l’identità non soltanto religiosa, ma anche storica e sociale di una popolazione ancora duramente segnata dall’esperienza del sisma, un monumento che appartiene alla comunità e non al provveditorato. Forse c’è ancora chi crede che il patrimonio artistico e architettonico pubblico sia appannaggio dei soliti pochi che pure hanno l’ultima parola sull’uso delle risorse pubbliche.
Scritto da Marianna Gianforte