Cultura in lutto, è morto Mario Di Iorio

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Di Iorio MarioIl mondo della cultura abruzzese è in lutto. Infatti la notte scorsa si è spento Mario Di Iorio, personaggio poliedrico, conosciuto non soltanto nella nostra regione per i suoi impegni come regista, autore e produttore teatrale, televisivo e cinematografico. Aveva frequentato il centro sperimentale di cinematografia di Roma nel biennio presieduto da Roberto Rossellini. Mario Di iorio ha diretto, prodotto, coprodotto e spesso scritto oltre 30 programmi per RAI 3, girando anche in Australia e Sud America; ha prodotto e diretto oltre 70 documentari e video istituzionali per piccole e grandi imprese come Cirio, Fiat, e altre multinazionali. Dal 1975 in poi ha lavorato come aiuto regista e poi come regista al Teatro Stabile de L’Aquila nelle stagioni della sua più grande affermazione, in particolare al fianco di Antonio Calenda. È stato aiuto regista in quattro film girati in Italia e Germania, e sempre con Calenda aiuto regista in “Signora Ava”, sceneggiato RAI. È stato il primo imprenditore indipendente e regista teatrale in Abruzzo con la Produzione Don Chisciotte e poi con oltre altre 30 messe in scena nell’arco di 25 anni. Ha diretto e scritto due sceneggiati radiofonici per RAI 1. Ha prodotto e diretto il film “La figlia di Iorio” realizzato in collaborazione con le Istituzioni abruzzesi e la Fondazione Il “Vittoriale degli Italiani”. Per le stagioni estive dell’Ente Manifestazioni Pescaresi ha scritto e diretto la Gran Serata Simenon e la Gran Serata Orson Welles, due spettacoli teatrali con proiezioni, danze e talk show. Ha diretto e insegnato in diversi corsi nelle scuole, nei centri di formazione e nelle Università, materie di teatro, cinema, marketing culturale, organizzazione culturale e gestione delle risorse umane nello spettacolo. Giornalista per il Messaggero, grande appassionato di calcio, è stato anche un apprezzato polemista nei talk show televisivi.

IL CORDOGLIO DELLA REGIONE: LA NOTA DI LUCIANO D’ALFONSO
La scomparsa di Mario Di Iorio mi addolora profondamente. Alla cultura abruzzese viene a mancare un interprete sagace e competente: la sua vivacità intellettuale e l’illuminismo intelligente con cui affrontava ogni argomento ne facevano una persona con cui il confronto risultava sempre costruttivo e gravido di crescita. Serbo di lui una memoria ricca di aneddoti e il ricordo di un’opera quale la trasposizione cinematografica de “La figlia di Iorio”, intenso omaggio alla sua terra natia. Esprimo tutto il cordoglio dell’Abruzzo e mio personale alla sua famiglia e a quanti lo hanno amorevolmente assistito nella fase più difficile della sua vita”.
“Ho appreso con grande dolore della morte del regista Mario Di Iorio. Con lui la cultura abruzzese perde una delle voci più intense e disincantate che abbia mai avuto“.

IL MESSAGGIO DELL’ASSESSORE ALLA CULTURA DEL COMUNE DI PESCARA GIOVANNI DI IACOVO
Una storia importante la sua, fatta di impegno, di progetti anche ambiziosi, il suo coraggio e la sua presenza in ogni dibattito culturale senza peli sulla lingua, uomo di grande dignità e onestà intellettuale. Lui ha raccontato attraverso il cinema, ma anche con il teatro, con i documentari e la letteratura che sono stati il suo mondo da sempre. Una poliedricità che non era la sua sola dote, perché Mario Di Iorio era anche un’importante parte della nostra memoria culturale: in tutti i suoi lavori non ha mai smesso di raccontare gli anni che aveva vissuto ed era un confronto a volte ruvido, ma sempre costruttivo per le nuove generazioni che ha contribuito anche a formare nella sua lunga carriera artistica. La città di Pescara lo ringrazia per la passione e l’impegno che ci ha trasmesso e si unisce al cordoglio dei suoi cari per la perdita subita”.

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