(di Marianna Gianforte) – Contratti da indeterminati a sei mesi con prova. E’ la soluzione che si sono trovati di fronte i 32 dipendenti del Cup dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila, un servizio gestito negli ultimi anni dalla cooperativa romana Capodarco, che a contratto scaduto, ha lasciato il posto alla società vincitrice dalla nuova gara d’appalto, la Gpi di Trento. Solo che la società trentina si è insediata a una condizione: che i contratti dei lavoratori, dietro agli sportelli del Cup aquilano da 11-12 anni, diventassero contratti a tempo determinato con prova. Una condizione che i dipendenti hanno respinto fin da subito, ottenendo intanto – con l’intervento della Asl – che da tempo determinato diventassero a tempo indeterminato sempre con prova di due mesi. Soluzione anch’essa respinta al mittente. Al grido di: “Dirigenti, non siamo delinquenti” i lavoratori questa mattina hanno organizzato un sit-in davanti agli sportelli del Cup. Dove intanto la Gpi si è trovata costretta a chiedere i rinforzi di alcuni dipendenti di Frosinone per non interrompere il servizio rischiando di perdere l’appalto. Al fianco dei lavoratori la segreteria generale dell’Ugl provinciale, mentre a Pescara si è tenuto un tavolo con gli altri sindacati al quale, però, l’Ugl, unico sindacato ad avere eletto delle Rsu, non è stato chiamato. Domani un nuovo incontro alla Direzione territoriale del lavoro, alla quale parteciperanno sindacati, dipendenti, e le due società. Anche nell’incontro di domani i lavoratori non faranno alcun passo indietro, respingendo qualsiasi tipo di contratto che non sia a tempo indeterminato, come quello in vigore fino al 31 maggio scorso.. Il contratto collettivo nazionale per i multiservizi d’altra parte – rimarca Giuliana Vespa – non ammette che nel passaggio d’appalto ci siano cambiamenti nella natura dei contratti.