D’Alfonso: “Unire sforzi contro trivelle”. No Triv “Faccia ricorso alla Consulta”

20130610 LEGA PRO

Ombrina“Concordiamo una strategia unitaria, consapevole, adulta, matura, regione per regione, territorio per territorio” per fare fronte alla minaccia delle trivelle in Mare Adriatico. Questo l’appello rivolto dal presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso, ai partner della strategia europea per la regione adriatico-ionica (Eusair) riuniti a Bruxelles in occasione di un evento nell’ambito degli Open Days. Otto i Paesi interessati dalla strategia Ue, non solo Stati membri dell’Ue (Italia, Croazia, Grecia e Slovenia) ma anche Paesi che nell’Unione aspirano ad entrare: Albania, Bosnia Erzegovina, Montenegro e Serbia. “Non possiamo rendere il nostro mare bersaglio di attacchi che rovinano e determinano la caduta verticale della potenzialità turistica” ha spiegato D’Alfonso, secondo cui quella della strategia Eusair “è la sede grazie alla quale allineare procedure, norme, strategie, per difendere questa enorme potenzialità turistica che deriva dal nostro mare”. Concretamente “ho già preso contatti con la contea di Dubrovnik, ma anche con la contea spalatino dalmata e poi con la Croazia, per determinare una posizione congiunta – ha annunciato il governatore dell’Abruzzo – insieme col Molise, le Marche, la Puglia”. Secondo D’Alfonso la tutela del mare è prioritaria per i Paesi delle due sponde assieme ai trasporti. “Dobbiamo anche unire questa nascitura regione sulla base di infrastrutture che consentano il diritto alla velocità, alla comodità degli spostamenti. I tracciati ferroviari, i sistemi per la gomma e di trasporti attraverso l’acqua vanno allineati” ha concluso D’Alfonso.

 

No Triv a D’Alfonso : “Basta chiacchiere, fare ricorso”

“Basta con le parole. La Giunta D’Alfonso deliberi d’urgenza il ricorso alla Corte Costituzionale contro lo ‘sblocca Italia’”. E’ quanto afferma il Coordinamento nazionale ‘No Triv’ sezione Abruzzo, ottolineando che “non c’è altro tempo da perdere”. “L’iter di conversione del decreto legge 133/2014, noto come ‘sblocca Italia’ e ribattezzato ‘Sblocca Trivelle, Tap, Inceneritori e Cemento’ è già iniziato nelle sedi competenti e mancano pochi giorni al termine entro cui la Regione potrà proporre ricorso alla Corte Costituzionale contro il decreto: 60 giorni a decorrere dal 12 settembre scorso, data di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale”. “A norma di legge – evidenziano gli ambientalisti – il ricorso deve essere proposto dal presidente della Regione in seguito a deliberazione della Giunta stessa. Pertanto D’Alfonso convochi d’urgenza la Giunta regionale per deliberare il ricorso immediato contro il decreto legge. Si segua quindi la via maestra indicata da altre Regioni su pressione dei movimenti e dei comitati: impugnare il decreto prima e non dopo la conversione in legge; mettere subito pressione sul Governo e sui parlamentari abruzzesi che lo sostengono. Occorre far giungere a Roma un messaggio netto e chiaro: l’Abruzzo non deve essere trasformato in un distretto minerario. Il decreto legge è incostituzionale e gli articoli 37 e 38 devono essere abrogati. Nei giorni scorsi il presidente D’Alfonso ha dichiarato che lo Stato non deve trattare la Regione alla stregua di un cameriere.”Ebbene – sottolinea Enrico Gagliano del Coordinamento – inizi a comportarsi da padrone di casa e non da cameriere, andando oltre la recente risoluzione del Consiglio Regionale: convochi d’urgenza la Giunta per deliberare l’impugnazione del decreto”. Il costituzionalista Enzo Di Salvatore, altro esponente di No Triv, interviene inoltre sull’emendamento presentato dai parlamentari abruzzesi del Pd sottolineando che il testo “va nella direzione auspicata”, ma che “se si fosse intervenuti sull’articolo 35 del ‘decreto Sviluppo’ si sarebbe potuto incidere su tutti i procedimenti in corso, in mare, e non solo sui progetti che interessano la Costa teatina, in primo luogo Ombrina mare”. “L’emendamento non sembra porre alcun problema di violazione del legittimo affidamento delle società petrolifere, in quanto incide sui procedimenti in corso e non sulle attività in corso. E’ quasi scontato, tuttavia – sottolinea Di Salvatore – chel’emendamento non troverà accoglimento e che in aula Renzi porrà la questione di fiducia. Qualora si profilasse questa malaugurata ipotesi, i parlamentari abruzzesi del Pd e gli altri che hanno a cuore le sorti del nostro territorio dovrebbero agire di conseguenza e rifiutarsi di convertire in legge il decreto Sblocca Italia”. 

 

L'autore

Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.

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