video » D’Alfonso e le altre inchieste

dalfonsointribunaleAssolto dal processo obiettivamente più pesante, sull’ex sindaco di Pescara Luciano D’Alfonso gravano altre due procedimenti che viaggiano a velocità pachidermica e che al momento sembrano lontani anni luce dalla loro definizione. Tutto questo mentre il Pm Gennaro Varone si prepara a ricorrere in appello puntualizzando meglio il suo quadro accusatorio nello specifico su ipotesi di concussione e peculato, visto che il reato di corruzione andra’ in prescrizione. La tempistica prevede una fisiologica attesa di tre mesi tempo entro il quale dovranno giungere le motivazioni del collegio giudicante e poi 45 giorni per chiedere ai giudici di Corte d’appello di emettere una nuova sentenza. In definitiva due anni almeno per il giudizio in Corte d’appello ed altrettanti per l’eventuale Cassazione. Riguardo agli altri procedimenti il più delicato é quello dell’inchiesta Maremonti, la famosa strada che da Penne sarebbe dovuta sbucare sulla costa, passando nel mezzo della riserva naturale del lago di Penne. Qui tra gli imputati progettisti eccellenti, come l’ignegnere Carlo Strassil, l’ex provveditore alle opere pubbliche Fabio De Santis, Carlo, Alfonso e Paolo Toto e D’Alfonso che in qualità di presidente della Provincia avrebbe, secondo l’accusa, cercato di favorire i Toto assecondando il loro progetto ed imponendo l’affiancamento al geometra nominato dal Comune di Penne, un professionista di fiducia dei Toto. Martedì altra udienza preliminare nella quale il Gip Gianluca Sarandrea dovrà esprimersi su alcune eccezioni d’incompetenza territoriale mosse da alcuni dei 13 imputati. Vicenda ancor più lontana é quella dell’inchiesta sull’Urbanistica, avviata prima di Housework ed ancora incagliata nella fase preliminare. Originariamente ad occuparsi di questa vicenda era addirittura un pool formato dall’attuale procuratore capo della Repubblica di Chieti Mennini coadiuvato da Di Florio e Bellelli, i quali avevano ereditato un corposo fascicolo da Aldo Aceto. I reati contestati a D’Alfonso abuso d’ufficio, corruzione e favoreggiamento. L’ex sindaco aveva già ampiamente chiarito la sua questione parlando di accordi di programma che non avrebbero materialmente avuto seguito e per il favoreggiamento avendo, secondo l’accusa, avvertito un consigliere che il suo telefonino era sotto controllo. 33 le persone indagate, ma si attende ancora la decisione del Gip sugli eventuali rinvii a giudizio che non dovrebbero giungere prima della prossima estate. Intanto altra piccola soddisfazione indiretta per D’Alfonso l’assoluzione anche in appello di un componente della commissione che secondo l’accusa avrebbe favorito l’assunzione di Guido Dezio in Comune nell’inchiesta sul Concorso per un posto da dirigente.


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