Ombrina, il “No!” roboante dell’Abruzzo

lanciano comune teatro

santa barbaraTempo permettendo, potrebbero essere almeno 20 mila le persone presenti domani a Lanciano per scandire forte e chiaro il loro “No” a Ombrina Mare. Anche la Regione Abruzzo sarà in prima linea, al fianco dei manifestanti. Oggi l’assessore regionale all’ambiente Mario Mazzocca e altri rappresentanti del governo regionale e della maggioranza consiliare hanno ribadito la loro posizione in una conferenza stampa dal titolo: “Dalla giunta D’Alfonso un enorme e roboante NO alle trivellazioni petrolifere in mare e in terra d’Abruzzo”. Alla manifestazione nazionale NO-TRIV di Lanciano hanno già aderito circa 400 tra associazioni, comitati, istituzioni e partiti. 60mila volantini e 2mila bandiere già distribuite. La macchina organizzativa è a punto, spiega il vicesindaco e assessore alla mobilità Pino Valente: “Abbiamo allestito parcheggi e bus navetta, e un piano di mobilità alternativa alle aree interessate dalla manifestazione, che partirà dalla zona industriale per raggiungere piazza Plebiscito, dove verrà allestito il palco”. Rafforzati anche i sistemi di vigilanza dell’ordine pubblico. Qualche preoccupazione arriva dai commercianti, ma in generale ci si attende “una festa di popolo, perché Lanciano non è Milano”, conclude Valente. La manifestazione, a partire dalle ore 15, sarà trasmessa in diretta da Rete8. Questa sera alle 21 speciale “I fatti e le opinioni”, in cui saranno a confronto le ragioni del si e del no alla petrolizzazione. 

Intanto il 20 maggio, in California, delle perdite di petrolio al largo delle coste di Santa Barbara hanno provocato un “orrendo disastro ecologico”. Così’ almeno lo descrive la docente universitaria abruzzese No-Triv Maria Rita D’Orsogna, che racconta come “Un oleodotto sottomarino di circa 18 chilometri di lunghezza e costruito nel 1987 con il compito di portare il petrolio dalle piattaforme in oceano fino alle centrali di trattamento in terraferma, ha riversato circa 400,000 litri di petrolio lungo le coste del Refugio State Beach.
Il petrolio e’ fuoriuscito da una fessura che nessuno ancora e’ riuscito ad individuare. Il mare, prima blu, e’ ora nero e coperto di catrame, spiega la D’Orsogna. Il governatore Jerry Brown ha dichiarato lo stato di emergenza, il petrolio si e’ esteso lungo circa 16 chilometri di costa, hanno chiuso le spiagge ed evacuato i campeggi. Le operazioni di pulizia sono difficilissime – il petrolio e’ dappertutto, oltre che in acqua e’ finito sui sassi, nella sabbia, a riva. Ci sono circa 100 specialisti a raccogliere tutto questo materiale, sasso per sasso e a cercare di non farlo spargere ancora. Gia’ nel 1969 una delle piattaforme di Santa Barbara scoppio’ lasciando dietro di se un altra marea nera. Sebbene non siano state costruite nuove piattaforme da allora, l’infrastruttura esiste, e come mostra questo episodio, gli incidenti sono imprevedibili e dalle conseguenze disastrose. Chi poteva mai immaginare che da una piccola fessura sarebbe successo tutto questo? La lezione di Santa Barbara per l’Abruzzo e’ evidente- chiosa la D’Orsogna che spiega, a due giorni dalla manifestazione di Lanciano come – “Anche Ombrina portera’ con se oleodotti e infrastruttura logistica colleganti piattaforme, FPSO e terraferma. I monitoraggi sicuri al 100% non esistono. La domanda non e’: Potrebbe succedere lo stesso anche a noi?”

La documentazione in: http://dorsogna.blogspot.com/2015/05/petrolio-in-mare-santa-barbara.html

LA NOTA DI CONFINDUSTRIA CHIETI- PESCARA
Piattaforme e ambiente – dov’è il problema?

“Pochi giorni fa è stata sanzionata la pesca di frodo di pregiatissimo tonno rosso effettuata a meno di 500 metri dalla piattaforma ENI al largo di Giulianova, dimostrando di fatto due importantissime verità: che le acque in prossimità degli impianti offshore sono assolutamente pulite e protette tanto da essere luogo di riproduzione e riserva di specie pregiate; l’altra verità è che i controlli sono puntuali, efficienti ed in grado di garantire la sicurezza attiva e passiva al massimo livello.
Di questi giorni è la notizia della revoca della bandiera blu ad altri due comuni abruzzesi per inquinamento da carenza di depurazione, mentre la bandiera stessa è stata confermata a comuni di fronte ai quali sono poste piattaforme in attività (Pineto, Vasto); inoltre per la prossima estate i divieti di balneazione riguarderanno oltre 50 diversi punti in gran parte prossimi alle foci dei fiumi.
Ancora prima lo spiaggiamento in settembre dei capodogli a Vasto, attribuito subito dai soliti esperti alle attività estrattive, è stato dimostrato essere provocato da cause ben diverse e più naturali.
Allora, dov’è il problema? Sono un problema le attività offshore o piuttosto l’inefficienza degli impianti depurativi, gli scarsi controlli degli scarichi civili ed agricoli, l’inciviltà di chi abusivamente riversa nelle acque ogni genere di inquinante?
Il turismo e l’ambiente non si difendono manifestando contro il petrolio, ma attuando giornalmente politiche di sostegno, promozione, investimenti a favore dell’offerta di qualità. Da anni si attende la pista ciclabile sulla Via Verde e anche questa estate non sarà disponibile. La qualità delle acque e dei servizi scende a precipizio, le politiche di marketing e gli investimenti regionali sono assenti.
Invitiamo amministratori, organizzazioni, cittadini a spendere il proprio impegno per la soluzione di questi che sono i veri problemi del nostro ambiente e della salute, contro i quali si deve agire con fatti concreti e non con il populismo degli slogan di piazza.” 

L'autore

Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.

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