Proseguendo nella scelta di dare maggiore risalto alla dimensione sociale regionale, il Cresa (Centro regionale studi economico-sociali) ha commissionato alla Doxa la seconda indagine sui consumi delle famiglie abruzzesi, dopo quella realizzata nel 2009-2010. Allo scopo di rilevare le spese sostenute dalle famiglie abruzzesi per l’acquisto di beni e servizi, l’indagine prevede di intervistare nell’arco di un anno un campione di 800 nuclei familiari rappresentativi della realta’ abruzzese, stratificate in base alla provincia di residenza, alla classe di ampiezza demografica dei comuni e al numero di componenti. Attraverso la compilazione del del “Diario degli acquisti giornalieri” e del “Riepilogo delle spese”, le famiglie vengono intervistate relativamente alle spese per generi alimentari, abitazione e utenze, arredamento, abbigliamento e calzature, sanita’, trasporti e comunicazioni, tempo libero e istruzione. Oggi il Cresa ha presentato i risultati intermedi della ricerca, relativi a marzo-settembre 2014, cioe’ i primi sei mesi del periodo previsto, e a 474 famiglie, la meta’ del campione finale (23% in provincia dell’Aquila, 23% a Teramo, 27% a Pescara e 30% a Chieti). La spesa media mensile di una famiglia abruzzese e’ risultata di 2.088 euro, il 26% dei quali destinato ai consumi alimentari, il 39% alle spese per l’abitazione, l’11% alle spese per i trasporti e la quota rimanente alle altre tipologie di acquisti. Rispetto al 2013 un terzo delle famiglie e’ stato costretto a diminuirla per la necessita’ di risparmiare. Solo il 10% e’ riuscito ad aumentarla. In generale, si osserva a grandi linee che i tre quarti delle famiglie hanno acquistato prodotti in saldo, la meta’ prodotti a risparmio energetico, un terzo prodotti biologici, a km zero, e doc, igt, dop. Rispetto al 2013 la spesa relativa a tali tipologie di beni e’ risultata in aumento generalmente per circa il 40% delle famiglie. Riguardo alla spesa alimentare, gli abruzzesi spendono mensilmente principalmente per carne (114 euro), verdura (74 euro), pesce (67 euro) e pane e cereali (55 euro). Quasi i due terzi delle famiglie effettua acquisti alimentari presso supermercati (65%), il 51% nei centri commerciali, il 43% presso gli hard discount, ma nell’ultimo anno sono aumentati gli acquisti effettuati direttamente al produttore, presso gli hard discount e i mercati tradizionali e l’autoconsumo. Un quinto delle famiglie riferisce di aver diminuito la spesa alimentare in gran parte per la necessita’ di risparmiare, sintomo della gravita’ della crisi economica e delle forti difficolta’ sul mercato del lavoro. Riguardo alla spesa non alimentare, gli abruzzesi comprano principalmente nei centri commerciali (58%) e un po’ meno nei negozi tradizionali (49%) e negli outlet (34%). La spesa per l’acquisto di beni durevoli (mobili e apparecchi domestici) e’ diminuita rispettivamente per il 40% e per il 32% delle famiglie, confermando la difficolta’ anche nell’accesso al credito. Relativamente all’abitazione l’indagine conferma la preponderanza in Abruzzo delle case di proprieta’ (70%) mentre il 19% delle famiglie usufruisce di contratti di affitto. Tra le spese ordinarie legate all’uso della casa principale, quelle sostenute mensilmente per il riscaldamento sono le piu’ consistenti, seguite da quelle per l’acqua e per l’energia elettrica. Un quarto dei proprietari ha sostenuto spese per la manutenzione ordinaria mentre il solo 7% spese per la manutenzione straordinaria. Il 7% delle famiglie possiede una seconda casa. Per quanto riguarda l’abbigliamento e le spese sanitarie, rispettivamente il 33% e il 13% delle famiglie ha diminuito la spesa, in gran parte per la necessita’ di risparmiare. Relativamente ai trasporti piu’ di un quinto delle famiglie ha aumentato le spese per i carburanti mentre quasi la meta’ ha diminuito la spesa per l’acquisto di autovetture. Le spese per la cultura e il tempo libero sono quelle piu’ diffusamente diminuite: l’acquisto di quotidiani e riviste per un terzo delle famiglie, i biglietti per il cinema e teatro e le vacanze per la meta’. Riguardo alla spesa per le comunicazioni, il 40% delle famiglie ha diminuito l’acquisto di cellulari mentre il 24% quello di ricariche e abbonamenti telefonici. Il rapporto finale sara’ presentato nella prima meta’ del 2015 e mostrera’ i risultati relativi all’intero campione previsto con un confronto con quelli ottenuti nella prima indagine svolta nel 2009-2010.
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