“Anziché giudicare le Procure, sull’onda mediatica di vicende di cronaca, sarebbe opportuno sostenerle sempre, così come si dovrebbero appoggiare quelle famiglie che a distanza di quasi tre anni ancora non sanno chi abbia commesso un omicidio a danno di un loro familiare”. E’ questo il contenuto di una nota diffusa dall’avvocato Alberto Faccini, legale della famiglia di Nicola Bucco. Quest’ultimo fu ucciso con tre coltellate, nel novembre del 2012, nella sua abitazione di Pescara, a meno di 300 metri dal luogo in cui mercoledì è stato ucciso, sempre con un’arma da taglio, il pasticciere pescarese Giandomenico Orlando. Il suo omicidio è ancora senza colpevole ed il caso è tornato di attualità negli ultimi giorni per la presenza di alcune analogie con l’omicidio di Orlando: dall’arma usata al luogo. In carcere, per l’omicidio del pasticciere molto noto a Pescara, è finito Giovanni Grieco, che deve rispondere di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi. Ieri, i deputati abruzzesi del M5S Vacca, Colletti e Del Grosso avevano annunciato un’interrogazione parlamentare al ministro della giustizia “per verificare l’operato della procura di Pescara”. L’iniziativa, come da loro spiegato, è in relazione al fatto che, secondo notizie di stampa, in seguito ad episodi di aggressioni e minacce, “la Questura – hanno spiegato i deputati pentastellati – avrebbe richiesto delle misure cautelari per Grieco e che queste non sarebbero state accolte dalla procura”.
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