video » Di Santo : il “bombarolo” confessa e chiede la libertà

Lupattelli

Bombarolo Di SantoSprazzi di lucidità alternati a momenti di confusione e il suo ragionamento non sempre segue un filo logico. Dura poco meno di mezz’ora l’esame di Roberto Di Santo che mantiene la promessa. Aveva detto che avrebbe parlato e lo ha fatto, oggi, davanti ai giudici del Tribunale di Pescara spiegando, con calma quasi serafica, il perché lo scorso gennaio tenne in scacco per una decina di giorni le forze dell’ordine che lo braccavano dopo una serie di attentati incendiari. “Non volevo farmi giustizia, come è stato detto, ma attirare l’attenzione della giustizia” – ha spiegato in aula, confessando tutti gli episodi che gli vengono addebitati: dall’attentato alla palazzina di Villanova di Cepagatti a quello, il più grave, dell’incendio dell’auto della sorella di fronte al Tribunale di Chieti, fino a quello ai danni di una abitazione adibita a Casa Famiglia (disabitata), sempre a Chieti.
Ha ammesso di meritarsi una punizione severa ma, al tempo stesso, ha chiesto l’assoluzione e di essere rimesso in libertà per cercare prove a sua discolpa. Per il 58enne di Roccamontepiano, ribattezzato “il bombarolo”, le accuse sono pesanti : incendio, danneggiamento e resistenza all’arresto. La sua crociata contro la giustizia negata, in difesa soprattutto della sorella, potrebbe costargli cara. Per il momento la Corte ha negato la rimessione in libertà ed ha aggiornato il processo, che si svolge con il rito immediato, al prossimo 7 gennaio.


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