E’ stato trovato l’oro di Dongo? Il primo mistero, ancora irrisolto, della Repubblica italiana e’ una vicenda di cui si e’ parlato per anni ma che ora e’ completamente dimenticata. Una montagna di soldi (e oro, e gioielli e alcune lettere che potrebbero far riscrivere la storia d’Europa), dissolta nel nulla. E’ la storia dell’oro di Dongo che ora Paolo Di Vincenzo, giornalista professionista e musicologo abruzzese, ha preso come spunto per imbastire il suo giallo d’esordio dal titolo “Il mistero dell’oro di Dongo”, disponibile anche in inglese “Mussolini-Churchill, letters and gold”. L’autore sta lavorando alla versione cinese e spagnola. Il volume, per un effettivo rispetto dell’ambiente, e’ stato pubblicato come e-book scaricabile sia per computer domestici (fissi o portatili) che per qualunque tipo di lettore elettronico, iPad, iPhone, Kindle, Nook, Kobo, Android, dal sito americano Smashwords.com. Il giallo, inoltre, e’ disponibile anche in versione cartacea su Amazon (basta digitare il nome dell’autore o il titolo), ma solo on demand: vengono stampate, cioe’, solo le copie effettivamente vendute, limitando drasticamente lo spreco di carta. Il costo e’ volutamente basso (solo 4,99 dollari americani, al cambio di oggi 3,88 euro, meno di un pacchetto di sigarette, solo che leggere non nuoce gravemente alla salute, dice Di Vincenzo. La versione inglese e’ a 0,99 dollari). Il 27 aprile 1945 Mussolini e’ in fuga con i suoi gerarchi nel tentativo di raggiungere la Svizzera. La colonna di auto e camion, scortata dai tedeschi, viene intercettata dai partigiani della 52/ma Brigata Garibaldi. Il Duce del fascismo porta con se’ un mare d’oro (si parla di 66 chili ma forse ne sono molti di piu’) e di denaro (almeno 140 milioni di lire dell’epoca), una serie di documenti tra cui il famigerato carteggio con Churchill. Il premier inglese avrebbe manifestato in piu’ riprese la sua ammirazione al collega italiano a cui avrebbe chiesto anche di entrare in guerra piu’ tardi in cambio di aiuti e territori.I partigiani requisiscono tutto l’oro, i gioielli, i soldi e, in 24 ore, decidono la sorte del capo del fascismo fucilandolo, con l’amante Claretta Petacci. Ma chi realmente uccise Mussolini? C’erano anche elementi dei servizi segreti britannici al momento dell’esecuzione? E, soprattutto, che fine ha fatto quella montagna di denaro? Partendo da questi dati storici, puntualmente verificati, Paolo Di Vincenzo inventa una soluzione al mistero, e la storia diventa fiction. Questo lavoro di fiction mescola elementi reali con altri puramente immaginari: l’oro di Dongo (il tesoro che Mussolini e i suoi gerarchi si portavano dietro nell’aprile 1945 per garantirsi la fuga dall’Italia che stava per essere liberata dal fascismo), il Vittoriale in cui Gabriele D’Annunzio venne piu’ o meno confinato, con un giornalista di Pescara coinvolto in un caso piu’ grande di lui. Storia e invenzione si fondono in un giallo dagli esiti imprevisti e imprevedibili. Un plot inventato ma verosimile, dove servizi segreti, poteri forti, rigorosi servitori dello Stato e giornalisti indipendenti si fronteggiano come tante, troppe volte, e’ accaduto nella storia recente dell’Italia.”Il mistero dell’oro di Dongo” si puo’ acquistare seguendo il link www.smashwords.com/books/view/151807 (versione italiana) o www.smashwords.com/books/view/207914 (versione inglese). Paolo Di Vincenzo e’ nato a Pescara il 9 dicembre 1961. Nel 1985 si laurea in Musicologia al Dams di Bologna. Nel 1986 comincia a collaborare, come critico musicale, con “Il Centro”, il quotidiano dell’Abruzzo in cui e’ stato assunto nel 1990. Dopo qualche anno di cronaca e’ passato a Cultura e Spettacoli, redazione della quale e’ diventato caposervizio responsabile nel 1998, ruolo che ha conservato fino al 5 settembre 2011 quando si e’ dimesso.
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