Dialifluids: vertice al Ministero, lavoratori insoddisfatti

bandiere-sindacati-1508x706 cA Canosa Sannita sono tornati a protestare i dipendenti della Dialifluids, che stamane hanno bloccato l’ingresso del direttore nello stabilimento di produzione di sacche per pazienti in dialisi. “Dopo quattro anni di promesse non crediamo più a niente e i lavoratori ormai sono stanchi”, ha detto Alessandro Primante delegato aziendale della Rsu Uil, raccogliendo tutto lo scoramento dei 110 lavoratori a rischio disoccupazione con lo scadere della cassa integrazione straordinaria il 1° settembre di quest’anno.
Dopo il tavolo di lavoro che si è svolto ieri a Roma presso il Ministero dello Sviluppo Economico tra le parti coinvolte nella vicenda occupazionale della Dialifluids, di proprietà del gruppo Fresenius Medical Care, la società ha rassicurato i dipendenti circa la sopravvivenza dello stabilimento abruzzese, annunciando le trattative avviate con due aziende italiane, operanti nel settore biomedicale, una delle quali potrebbe rilevare il sito di Canosa Sannita, assicurandone il futuro produttivo in maniera autonoma. Il 20 marzo le riserve saranno sciolte, ma le rassicurazioni dei vertici aziendali non hanno sortito l’effetto sperato nei 110 lavoratori che si dicono preoccupati, poiché verrebbero a mancare i tempi tecnici per far ripartire l’azienda, così come sottolineato anche da Giovanni Lolli, vicepresidente della Regione che ieri pomeriggio ha incontrato i dipendenti della Dialifluids. E neppure la possibilità di ricollocare 20 lavoratori, presso uno stabilimento del gruppo in provincia di Cremona, è servita a placare gli animi, perché, ribadisce Alessandro Primante, si tratterebbe di dipendenti che, pur conservando uno stipendio, non riuscirebbero a mantenere le proprie famiglie, andando a vivere fuori. “Ad oggi l’unica cosa certa”, ha concluso Primante, “è un documento del 5 giugno del 2014 che comunica la chiusura dello stabilimento il 1° settembre del 2015. E’ per questo che non abbiamo più bisogno di promesse, ma di fatti.”

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