Discarica dei veleni, Forum H2O contesta progetto di Goio, D’Alfonso avvia iter per screening epidemiologico

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bussiLa proposta del Commissario Goio: una soletta di cemento sui terreni inquinati, tombandoli con una nuova fabbrica. La falda continuerà ad essere inquinata: si insisterebbe nel tentativo di intercettare i cancerogeni durante il viaggio verso valle, quando Solvay ha già fallito nell’intento. Arriva anche la mega-discarica. Invece il Forum Acqua propone di rigettare la proposta, senza se e senza ma, e passare al risanamento vero per l’intera Valpescara. “Il lavoro viene dalla bonifica e da aziende da realizzare su siti veramente bonificati o non inquinati presenti nell’area. Discarica sul posto e tombamento dei terreni inquinati con una soletta: questa la singolare “soluzione” immaginata per Bussi dal Commissario governativo Goio. Per il Forum Acqua “tutto ciò è completamente inaccettabile e si chiede come sia stato possibile anche solo avanzare tali idee, visto che l’obiettivo dovrebbe essere il totale risanamento delle aree e il corretto utilizzo dei 50 milioni di euro di fondi pubblici disponibili. Praticamente invece di curare la malattia si cerca in larga parte di intervenire solo sui sintomi, peraltro con strumenti ed iniziative di difficile attuazione anche nel medio e lungo periodo, data la complessità del sito e delle tipologie di inquinanti”.

Il documento presentato dal Commissario delegato dalla protezione civile prevede:

– una “bella” soletta di cemento sopra una parte dei terreni inquinati dell’area industriale che continueranno con alta probabilità a contaminare l’acqua di falda. Si tratterebbe di un intervento di “prevenzione” secondo il documento, con nessuna bonifica. Sopra si costruirebbe una nuova fabbrica che andrebbe a “tombare” definitivamente questa parte dell’area industriale. “E’ questo l’intervento tanto atteso dalla popolazione di Bussi e della valpescara? E’ vera reindustrializzazione” -si chiede il forum h2o- “o si tratta in realtà di un rinvio sine die della bonifica, almeno dei primi metri di terreno, quello più compromesso? Appare del tutto incredibile che a 6 anni dalla perimetrazione del sito nazionale e a 10 dalla “scoperta” dell’inquinamento questa sia la “soluzione” trovata.

-Il trattamento dei cancerogeni nelle acque sotterranee si fa quindi “a valle” dando per scontato che la falda debba continuare ad essere inquinata, visto che non si interverrà per bonificare le fonti di contaminazione nell’area industriale. Questi contaminanti si muovono verso valle fuoriuscendo dal sito. Inoltre, secondo l’ipotesi ventilata dal sindaco di Bussi, questo impianto di pompaggio e trattamento delle acque inquinate (il cosiddetto TAF) sarebbe acquisito dal Comune assieme all’intera area industriale. Un piccolo comune, che tra poco” -osserva il Forum-“non potrà neanche più comprare le matite autonomamente, dovrebbe garantirne l’attività per decenni dopo che neanche Solvay, una multinazionale della chimica che opera dal 1863, è riuscita a farlo funzionare adeguatamente, con i contaminanti che in parte hanno continuato il loro percorso lungo la valle del Pescara. Ricordiamo che proprio su questo aspetto la Procura di Pescara sta indagando diversi responsabili della Solvay. Il comune di Bussi dovrebbe sovrintendere la gestione di uno dei siti più inquinati del pianeta. Si dismettono società pubbliche, si aliena il demanio ma il Comune di Bussi, in controtendenza, si intesterebbe la proprietà di terreni inquinatissimi con la falda contaminata fino a 120 metri di profondità, comprandoli, anche se a costo zero (!), da una multinazionale.

– Arriva a Bussi la mega-discarica per rifiuti speciali, anche industriali, seppur “non pericolosi”. Il documento prevede che la Solvay progetti e realizzi una mega-discarica per rifiuti speciali non pericolosi da centinaia di migliaia di metri cubi a monte delle attuali discariche 2A e 2B, dove spostare buona parte del materiale. Si continua a giocare con le definizioni che, ovviamente, non sono conosciute nei dettagli dal grande pubblico. Intanto, si tratta di una vera e propria discarica” -osserva il forum-“come è chiaramente indicato l’impianto nel documento ufficiale. Di conseguenza ci andranno dei materiali classificati secondo legge come rifiuti. Il tutto sopra l’acquifero più importante della regione e, probabilmente, dell’intero Appennino, quando anche la gestione di rifiuti speciali non pericolosi comporta seri rischi. Tra l’altro facciamo notare che le discariche 2A e 2B in origine nacquero, ufficialmente e con l’autorizzazione di regione e provincia, proprio per rifiuti non pericolosi Sappiamo tutti come è andata a finire e quale è stata la capacità degli enti di assicurare un controllo della situazione. Tra l’altro per realizzare questa discarica a Bussi si dovrebbe attivare una laboriosa e lunga procedura di Valutazione di Impatto Ambientale, a riprova dei rischi che comporta una discarica di questo tipo. Se per un attimo immaginiamo Bussi senza polo chimico e senza siti inquinati e ci chiedessimo dove costruire una nuova discarica di questo tipo a servizio delle aziende abruzzesi, Bussi sarebbe l’ultimo posto dove localizzarla per la presenza di enormi quantità di acque in superficie e in profondità, tenendo anche conto dell’alto rischio sismico.

– In Abruzzo e in Italia esistono decine di discariche per rifiuti speciali non pericolosi già autorizzate e localizzate in siti incomparabilmente meno vulnerabili, dove già ora si potrebbe scaricare il materiale non altamente contaminato assicurando tempi veloci per la bonifica. Come mai” -chiede il Forum h2o”-non si segue questa strada? Sulla discarica tossica più grande d’Europa, la Tremonti, nulla, quando si tratta di un’area prioritaria per la tutela della salute e la prevenzione dei rischi per tutta la valpescara, essendo contigua al fiume.                                                                                                                 – Niente sulla riperimetrazione del Sito Nazionale per la Bonifiche per escludere aree non inquinate che pure esistono e sono state segnalate, che potrebbero accogliere le nuove aziende dando la possibilità di intervenire liberamente sopra l’area industriale pesantemente inquinata per bonificarla. Tra l’altro l’intervento sulle discariche 2A e 2B assicurerebbe la disponibilità di ulteriori aree dove possono essere facilmente localizzate attività industriali ed artigianali. Se la volontà di reindustrializzare è genuina, si può chiedere alle aziende di localizzare l’investimento in queste vaste aree invece di andarsi ad insediare sopra un terreno contaminato, determinandone il tombamento. Su questa vicenda si inserisce l’incredibile errore in cui è incappato il Ministro Galletti che, addirittura in Parlamento, ha sostenuto l’inesistenza di richieste di riperimetrazione quando invece il Comune di Bussi l’aveva avanzata nel 2012. Tutti gli enti, compreso il Ministero, l’avevano giudicata positivamente come risulta dal verbale disponibile sul sito dello stesso Ministero dell’Ambiente e conosciuto anche dai nostri volontari. Come mai si insiste così tanto a voler insediare aziende su un sito inquinato quando sono già disponibili aree che potrebbero essere svincolate con un semplice atto cartaceo del Ministero?

Tra l’altro” -conclude il Forum-“tombare una parte del sito industriale toglie anche lavoro perché la bonifica che andrebbe condotta in tali aree comporterebbe l’occupazione di diversi addetti. Ad oggi questi interventi si dovrebbero realizzare in danno di Edison che ha perso il ricorso al TAR di Pescara contro l’ingiunzione del Ministero di togliere i materiali dalla discarica Tremonti e dalle 2A e 2B. Edison ha proposto appello al Consiglio di Stato che deciderà tra quattro mesi. Ovviamente la costruzione di una discarica sul posto abbatterebbe i costi che, in caso di sconfitta definitiva (subito al Consiglio di Stato o più avanti in sede civile), Edison dovrebbe sostenere. Quest’ultima, se dovesse andare avanti la proposta Goio, si troverà nella condizione di dire: ma la “soluzione” l’ha proposta il pubblico e io mi adeguo (e risparmio alcune decine di milioni di euro se non di più!). E’ interessante notare le modalità con cui si sta cercando di imporre questa soluzione, svolgendo riunioni come quella del 28/07/2014 dove non hanno partecipato, da quanto sappiamo neanche invitate, regione Abruzzo e ARTA. In generale come Forum chiediamo, anche per una forma di giustizia sociale considerato il danno sopportato dalla comunità a fronte del cosiddetto “sviluppo industriale”, che vengano tutelati gli interessi di tutti i cittadini della Valpescara, Chieti e Pescara comprese, assicurando la bonifica integrale del sito senza gravare il futuro delle aree da vincoli di qualsiasi tipo, come quelli derivanti dalla discarica”.

 

D’ALFONSO AVVIA LE PROCEDURE PER LO SCREENING EPIDEMIOLOGICO IN VALPESCARA

Con una lettera-direttiva agli assessori e ai dirigenti dei settori di Sanità e Ambiente e ai vertici dell’agenzia sanitaria regionale e di due ASL, il Presidente della Regione Luciano D’Alfonso ha avviato stamani le procedure per giungere ad un’analisi epidemiologica sulla popolazione della Valpescara in merito agli effetti dell’inquinamento prodotto dalle discariche del sito di Bussi.

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