video » Discarica La Torre, la latitanza della politica

acerbo

frana-la-torre1 anno e 4 mesi; una pena ritenuta congrua dal Pm di Teramo Stefano Giovagnoni nei confronti dei 5 imputati al processo per il crollo della Discarica “La Torre” avvenuto nel febbraio del 2006. 70 pagine di requisitoria, nelle quali Giovagnoni descrive nel dettaglio quali sono le responsabilità e perchè devono rispondere del reato di crollo colposo, l’unico non prescritto tra quelli contestati, l’ex sindaco di Teramo, attuale Presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi; l’ex assessore comunale, attuale consigliere regionale del Fli, Berardo Rabbuffo; l’ex responsabile della discarica, attuale dirigente domunale, Nicola D’Antonio; l’attuale dirigente regionale dei rifiuti Franco Gerardini e l’ex dirigente regionale dei rifiuti Massimo Di Giacinto. Le avvisaglie per la mancata tenuta della discarica c’erano da tempo, dalla prima frana del 2005. Era stato costituito anche un comitato spontaneo per sollecitare gli amministratori ad interventi risolutivi, ma i rappresentanti di quel comitato non vennero mai ascoltati, anzi, come sottolinea nella sua requisitoria il Pm e come ci ha riferito il presidente del comitato Francesco Di Diomede, vennero addirittura considerati degli scocciatori: “Dicevano che eravamo strumentalizzati dai partiti d’opposizione – dice Di Diomede – addirittura la mattina del crollo fummo definiti dall’ex sindaco degli attori perchè andavamo spesso in Tv a denunciare quello che stava accadendo.” Nella notte tra il 16 ed il 17 febbraio 2006, poi, l’inevitabile collasso con rifiuti e percolato riversati nel laghetto sottostante, creato artificialmente per irrigare i campi, e relativi sversamenti anche nel fiume Vomano. Il 28 maggio e l’11 giugno altre due udienze in tribunale a Teramo per le arringhe, sentenza attesa per il 25 giugno. 120 mila euro i danni chiesti dal comitato e da 4 cittadini costituitisi parte civile affidata all’avvocato Tommaso Navarra: “Più che condanne esemplari, comunque importanti, vogliamo solo che sia accertata la verità – spiega Navarra – e venga fatta giustizia per tutti quegli onesti cittadini che per anni, inutilmente, avevano cercato di sollecitare la politica ad agire nel giusto, ma rimasero i loro appelli inascoltati e perfino sbeffeggiati.”


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