Documentaria, i mercoledì di novembre al Massimo di Pescara

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cinema documentarioSi chiama DOCUMENTARIA la rassegna dedicata ai migliori documentari cinematografici, in programma a Pescara ogni mercoledì di novembre. Le proiezioni sono previste alle 18.30 e alle 20.45 nella sala 5 del cinema Massimo, appena rinnovata. Si tratta di quattro docu-film dalle tematiche differenti, accomunati dall’estrema attualità dei contenuti. Primo appuntamento, il 5 novembre, dedicato allo sviluppo industriale del nostro paese: sarà proettato il documentario dal titolo evocativo, espressione coniata dal grande Dino Buzzati, “LA ZUPPA DEL DEMONIO”. Lo sviluppo industriale e tecnologico ha accompagnato l’intero XX secolo come idea positiva, come sostanziale ed irreversibile miglioramento della società. Utilizzando i materiali messi a disposizione dall’Archivio Nazionale del Cinema d’Impresa del Centro Sperimentale di Cinematografia d’Ivrea, il documentario mostra come questa idea si sia concretizzata attraverso i decenni. Davide Ferrario, acuto documentarista, riesce a portare sul grande schermo immagini del passato, rendendo i volti degli operai testimonianza del bisogno di riscatto sociale ma anche di un senso di contributo alla crescita collettiva che oggi sembra essersi smarrito. Il secondo appuntamento è dedicato ad uno dei problemi più scottanti ed attuali della nostra società: il tema dei ricongiungimenti familiari dei rifugiati politici. Il 12 novembre verrà infatti proposto il documentario di Paolo Martino “TERRA DI TRANSITO”, che narra la storia di Rahell, in fuga dalla guerra come migliaia di suoi coetanei, senza visti né passaporto, animato dall’obiettivo di ricongiungersi a un ramo della famiglia che vive da anni in Svezia. Sbarcato in Italia, Rahell scopre che a dividerlo dalla sua meta c’è il regolamento di Dublino, la norma che impone ai rifugiati di risiedere nel primo paese d’ingresso in Unione europea, anche se per Rahell l’Italia non è altro che una Terra di Transito. Il 19 novembre sarà la volta de “LE COSE BELLE”, parabola sulla fatica e la bellezza di crescere al Sud. Un racconto lungo dodici anni, che porta in scena le vite di Adele, Enzo, Fabio e Silvana. Incontrati a Napoli nel 1999, quando avevano fra gli 8 e i 12 anni. Ritrovati nel 2009 e nel 2012, cresciuti, sbattuti dall’entusiasmo esplosivo che mostravano da bambini alla disillusione, al post-disoccupazione, post-arresti, malattie, amori infranti di quando hanno quasi trent’anni. Il passaggio dall’infanzia alla vita, insomma. Quella vita precaria che a Napoli ha forme forse più radicali che altrove ma che è un segno di riconoscimento dei giovani di tutta Europa. Conclude il documentario “BELLUSCONE – una storia siciliana”, in programmazione il 26 novembre. Il regista palermitano Franco Maresco con questa pellicola si propone di andare alle radici di un fenomeno culturale e di costume apparentemente solo siciliano, in verità intimamente italiano, dando vita ad un film che è già un cult.

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