Morire in una terra lontana sotto gli occhi della donna che ti sta per dare alla luce un secondo figlio, per un’offesa forse frutto più di un bicchiere di troppo che di una consapevolezza , per mano di quello che chissà quante volte avrà pensato  potesse essergli amico più di tutti perchè con lui e solo con lui poteva parlare una lingua ai più sconosciuta avendo ricordi e speranze comuni : alla vigilia dei funerali del cingalese ucciso a Garrufo di sant’Omero da un suo connazionale è il tempo delle riflessioni amare e tristi per un’intera comunità che ha deciso di aiutare la giovane vedova con una staffetta di solidarietà. “Brava gente – dicono oggi tutti in pease – lavoratori instancabili ,rispettosi di tutti” e con l’incredulità della tragedia Garrufo pensa solo a questa giovane mamma e alla sua disperazione, lei che ancora sotto shoc è riuscita solo a dire all’interprete che le ha dato voce, che il marito gli è morto sotto gli occhi. Cittadini, associazioni, paesi vicini e istituzioni tutti insieme a raccogliere quanto più denaro possibile per il rito funebre innanzitutto e poi per i primi immediati aiuti alla giovane vedova intorno alla quale tutta una comunità si stringe con l’affetto che forse solo i piccoli centri del nostro Abruzzo sanno dimostrare  con tanta amorevole spontaneità. Dopo il funerale nella chiesa parrocchiale la salma verrà portata a Cesena per il rito della cremazione: nessun dubbio, invece, sull’esatto accaduto in quella terribile notte di festa in paese sebbene l’omicida, intanto, rinchiuso nel carcere teramano di Castrogno nell’interrogatorio di garanzia si è avvalso della facoltà di non rispondere.

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