Don Ciotti: “Qui la mafia c’era già”

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don luigi ciotti“Qui la presenza mafiosa c’era ben prima del terremoto e oggi, guarda caso, nell’inchiesta su Mafia Capitale compaiono personaggi che operano in questo territorio”. Così don Luigi Ciotti, presidente dell’associazione Libera e fondatore del Gruppo Abele, all’Aquila per prendere parte all’iniziativa “Noi contro la corruzione”, organizzata dall’Agenzia delle Entrate, parlando dei fenomeni di malaffare nella ricostruzione post-sisma del 6 aprile 2009 del capoluogo abruzzese. Per don Ciotti ci si può difendere “Facendo le cose giuste, facendole seriamente, con grande trasparenza e chiarezza, non dimenticando che corruzione e mafia sono due facce della stessa medaglia. Una riflessione che fa emergere le cose positive che vengono fatte ma anche la responsabilità di continuare a cercare le cose che non vanno”, ha concluso.
L’iniziativa è stat presenziata anche da Francesco Greco, procuratore aggiunto della Repubblica presso il tribunale di Milano che, parlando dell’indagine di Roma, in riferimento all’estensione alla corruzione dell’articolo del codice penale che norma il reato di Associazione di tipo mafioso, ha dichiarato: “L’inchiesta su Mafia Capitale conferma quello che da tempo chiediamo: che venga esteso il 416 bis anche alla corruzion. La guerra nella procura di Milano? Quella alla criminalità economica prosegue, quella tra procuratori non esiste. La corruzione non è solo di oggi”, ha continuato il procuratore Greco.”Ce ne occupiamo da più di vent’anni. Il problema è che si sono fatte poche leggi per contrastare la corruzione e molte leggi per rallentare il processo penale. Ci troviamo con un sistema imballato, nel quale non è facile avviare e portare a termine un’indagine sulla corruzione, anche per il problema della prescrizione. Sono sempre contrario ad affrontare problemi come la corruzione con misure emergenziali, perché la storia d’Italia è caratterizzata da legislazioni di emergenza che sono spesso farraginose, macchinose e non risolvono tempestivamente il problema, ma tappano qualche buco. Avrei auspicato un ragionamento più particolare su questa materia”, ha aggiunto Francesco Greco, “anche perché applichiamo una legislazione emergenziale a due anni da una precedente legge sulla corruzione. Mi sembra che sia eccessivo, anzi, paradossale”. Questo perché, secondo Greco, “tra le attività tipiche si sta notando uno spostamento dall’attività intimidatoria a quella corruttiva”.
Quanto all’inchiesta, Greco ha detto che “c’è tanta corruzione nel capo di imputazione e da quello che si legge sui giornali. Non mi stupisce, ci siamo abituati”. “Uno dei problemi per la prevenzione della corruzione è ridurre, controllare e rendere trasparenti le stazioni di spesa”, ha detto Greco. “In Italia ce ne sono troppi – ha fatto presente -. Con l’implementazione delle Regioni c’è stata una progressiva delocalizzazione dei centri di spesa e anche la necessità di mandare maggiori controlli che non ci sono, basta vedere gli scandali regionali. L’altro problema è l’esternalizzazione dei centri di spesa nelle municipalizzate e nelle partecipate e lì la necessità è di rafforzare il reato di corruzione privata”.

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