Doping: Di Luca radiato a vita ricorrerà in appello?

Polizia

DI LUCA IN BORGHESEDanilo Di Luca squalificato a vita. La Seconda sezione del Trubunale Nazionale Antidoping del CONI ha accolto in toto la richiesta di radiazione e 70mila euro di multa, avanzata dalla Procura Antidoping in relazione alla positività all’Epo riscontrata dopo un controllo medico nell’aprile scorso. Il ciclista pescarese 37 anni con una lunga carriera alle spalle, non potra’ piu’ correre con i professionisti.  Di Luca squalificato a vita “pago io per tutti Pesante come un macigno, anche se il ‘Killer di Spoltore’, cosi’ lo chiamano i suoi fans, si era gia’ organizzato, e da anni ormai ha messo in piedi una ditta di vendita di biciclette nella sua Pescara. Due ruote e pedali, sicuramente resteranno sempre le sue passioni, anche se non potra’ piu’ montarci sopra con un numero sulla schiena e una tappa da vincere. Paga il fatto di essere stato trovato positivo per la seconda volta al Giro d’Italia. La prima, nel 2009, gli costo’ uno stop per due anni poi ridotti a 15 mesi. Come aggravante nel suo passato, anche quella frequentazione con il dottore Carlo Santuccione, medico sospeso a vita dal
Coni. Una recidivita’ che ora gli costa la sua professione: “Forse dovevo essere io il primo che doveva pagare per tutti e cosi’ e’ stato”‘, osserva Di Luca, che starebbe pensando
assieme al suo avvocato, Ernesto De Toni, alla possibilita’ di ricorrere in appello. All’uscita dal Tna, Di Luca ne ha avute per tutti, anche per il presidente federale, Renato Di Rocco,
che in mattinata, nel Giro d’Onore del Ciclismo, aveva tuonato: “Solo uno stupido poteva rischiare queste cose visti i danni che aveva gia’ creato al ciclismo”. Di Luca non ci sta e
replica: “Di stupidi ce ne sono tanti, uno che mi viene in mente (mistero sul riferimento, potrebbe essere qualche addetto federale, ndr) non fa piu’ il lavoro che faceva fino a qualche giorno fa. Di Rocco puo’ dire quello che vuole, sicuramente io ho fatto degli errori ma anche lui nella sua vita di errori penso ne abbia fatti tanti e magari ne commettera’ altri”. Un’altra brutta pagina che si volta per il ciclismo, alla costante ricerca di un domani felice e pulito. Intanto si è appreso che il ciclista pescarese nelle prossime settimane con il suo avvocato, Ernesto Di Toni, potrebbe ricorrere  in appello contro la sentenza presso il Tribunale d’Arbitrato dello Sport di Losanna per chiedere la riduzione della pena.

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