Dragaggio: Fi invia un esposto alla Commissione Europea

porto pescaraPerplessità sulle operazioni di dragaggio al porto canale di Pescara vengono espresse dal presidente della Commissione di vigilanza della Regione Mauro Febbo e dal capogruppo di Forza Italia Lorenzo Sospiri che hanno presentato un esposto alla Comunità Europea. “L’obiettivo del dettagliato documento è fare chiarezza sulle operazioni di prelievo, movimentazione, recupero e smaltimento dei fanghi di dragaggio”, spiegano i Consiglieri regionali di Forza Italia . Nei 10 mila mc di fanghi prelevati , per esempio, vi sono materiali inquinati da smaltire ma non si conosce né la natura né come saranno smaltiti tuona il presidente Febbo. Il capogruppo Sospiri spiega che il documento è stato in inviato al Commissario Europeo Ambiente, Affari Marittimi e Pesca, Karmenu Vella, e al Direttore generale dell’Ambiente della Commissione Europea Aurel Ciobanu-Dordea e, per conoscenza, al Vicepresidente Parlamento Europeo Antonio Tajani, al Vicepresidente Gruppo Ppe Lara Comi e all’europarlamentare Aldo Patriciello.
“Abbiamo rilevato – proseguono Febbo e Sospiri – una serie di evidenti incongruenze e clamorosi paradossi (eufemismo, sic!!!) contenuti nell’autorizzazione regionale. In primis, il documento stabilisce una potenzialità annuale di 20 tonnellate: questo significa che per trattare i 10.000 mc consentiti ci vorranno 850 anni, molti di più ovviamente dei 10 anni prorogabili previsti nell’autorizzazione sia per la vasca di colmata provvisoria sia dei 30 mesi previsti nella vasca di colmata prima della messa a dimora. Ogni anno infatti sono autorizzati non più di 11,76 mc (calcolata per il peso specifico dei fanghi di dragaggio di 1,7 t/mc). Inoltre è bene ricordare che parte del materiale dragato, pari a 700 mc, così come riportato nella Determina del 13/04/2015, è classificato come “inquinato da destinare a smaltimento” e noi ci chiediamo, di che tipo???? Che rischi ci sono???? Appare molto strano inoltre rilevare l’attività della draga sul lato esterno della diga che difficilmente può essere ricondotta tra quelle autorizzate. Ci avevano detto infatti che avrebbero proceduto ad un semplice movimento sotterraneo ma sembra che i fanghi dragati vengano depositati proprio in prossimità della diga foranea.
Inoltre nell’autorizzazione rilasciata dalla Regione Abruzzo non c’è traccia di disposizioni sugli aspetti riguardanti gli impianti di smaltimento e recupero di rifiuti pericolosi e non pericolosi. Tra l’altro stiamo parlando di un progetto localizzato nella zona costiera, dove sono stati superati gli standard di qualità ambientale fissati dall’Unione Europea per quanto riguarda la qualità dell’aria e soprattutto a forte densità demografica. Per quanto riguarda, poi, gli interventi sull’attuale “vasca di colmata” la stessa non è stata mai assoggettata alle valutazioni stabilite dalla normativa europea (Direttiva 2011/92) né nel Piano Portuale vigente o adottato sono previsti ambiti dove collocare vasche di colmata temporanee (per un periodo di 850 anni!!!!). Tra l’latro le caratteristiche di permeabilità dell’attuale cassa di colmata, non sono conformi alla normativa vigente”.
“Fare chiarezza sulle operazioni in corso è fondamentale – hanno proseguito i Consiglieri regionali Sospiri e Febbo – perché garantire un dragaggio efficace e risolutivo del porto di Pescara è strategico non solo per l’agibilità del nostro scalo ma è in grado di garantire risultati e benefici duraturi per la sua funzionalità. A tal proposito, Forza Italia chiede ancora al Governatore D’Alfonso e al sindaco di Pescara Alessandrini di ufficializzare l’esito delle ultime batimetrie eseguite nel porto di Pescara per conoscere le nuove quote dei fondali e, quindi, come dicevamo, gli effetti concreti prodotti dall’ultimo dragaggio. La data del 18 luglio, quando dovrebbero riprendere i collegamenti passeggeri tra Pescara e le isole croate, si fa sempre più vicina, ormai manca un mese, ed è evidente che anche i nostri occhi sono puntati sul porto, specie dopo gli ultimi episodi, che hanno visto protagoniste tre piccole imbarcazioni, incagliate nella fase di uscita dallo scalo, rivelando, addirittura, che il porto era attraversabile a piedi, visto che i fondali misuravano appena 40 centimetri. Tre giorni fa, di punto in bianco, è stata pubblicata una nuova ordinanza della Capitaneria, la numero 58, firmata il 12 giugno, nella quale, in teoria, si ufficializzano i nuovi rilievi batimetrici effettuati nella Darsena commerciale del porto canale di Pescara il 17 aprile 2015 proprio dalla società LMD Spa, esecutrice dei lavori di dragaggio della struttura, lavori appaltati dal Provveditorato Interregionale per le Opere pubbliche – Sezione Opere marittime Abruzzo. Nei rilievi, ovviamente, dovrebbero essere riportate le nuove quote dei fondali della Darsena, in modo da permettere alle unità mercantili in navigazione di utilizzare senza problemi gli spazi marittimi, ma il condizionale, per noi, è d’obbligo visto che nell’ordinanza, pubblicata anche sul sito istituzionale della Capitaneria di porto, mancano gli allegati, utili per conoscere quelle quote, e fare le opportune valutazioni. A questo punto chiediamo direttamente al Governatore D’Alfonso di ufficializzare il documento, producendo gli atti, anche al fine di rassicurare la cittadinanza e gli operatori portuali circa la reale agibilità del porto di Pescara”.

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