video » Dragaggio: no cassette, no pesce

cassette pesceOltre al danno la beffa. A Pescara non bastavano i ritardi per i lavori di dragaggio, ci si mettono anche le cassette. Sì, le cassette di polistirolo che non ci sono, quindi, quando si potrà tornare in mare, si spera prima del 30 aprile, per i pescherecci ci saranno altri problemi, apparentemente piccoli ma importanti nello stesso tempo: no cassette, no pesce. Dove si metterà, infatti, il pescato se non sono disponibili i contenitori? La cooperativa “Nuovo Progresso” ha un debito pregresso di 18.000 euro con la società che fornisce i contenitori e se il debito non viene onorato i contenitori non arrivano, gli armatori non hanno i soldi per comprarne e il pesce pescato rischia di non trovare collocazione. Insomma sembra un vero e proprio pesce d’aprile. Intanto L’Arta consegna oggi il risultato delle analisi sui fanghi agli organi competenti e domani ci sarà da parte del direttore Amicone, una conferenza stampa. Fanghi sostanzialmente buoni. Ma non tutti, naturalmente, potranno essere riutilizzati. Pare che una delegazione di armatori si armerà di pazienza e coraggio e mercoledì prossimo partirà alla volta di Bruxelles per ottenere garanzie sul futuro della categoria. Mentre l’11 con l’assessore regionale Febbo si andrà a Roma per dirimere la questione della cassa integrazione. La Sidra, l’azienda che si è aggiudicata i lavori di dragaggio, ha assicurato l’inizio dei lavori nel canale per il 15, per il 30 aprile la marineria potrà tornare in mare, pena la perdita di indennizzi e sanzioni da parte di Bruxelles. Se gli animi si sono surriscaldati in Provincia nella riunione dell’altro pomeriggio, non si potrà andare dopo il 30 di aprile. Come dire, chi dorme non piglia pesci, e la sveglia alla politica è già stata suonata, ampiamente, dai pescatori.


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