La prima stima, confermata della questura, parla di 50 mila (forse 60 mila) persone a Lanciano per il “No Ombrina Day”: manifestazione ambientalista che ha raccolto adesioni davvero da tutta l’Italia. Dai Notriv della Basilicata ai comitati ambientalisti contro lo stoccaggio gas della Lombardia, dal Forum Acque Molise ai centri sociali milanesi, marchigiani, trentini, e ancora i comitati napoletani per Bagnoli e le associazioni dei terremotati aquilani. A sorpresa, fanno sapere gli organizzatori, si sono uniti al corteo anche due consiglieri comunali di un paese svizzero che vengono in vacanza da anni sulle coste abruzzesi.
E’ arrivato dalla Campania, per unirsi al corteo “No Ombrina”, anche Don Maurizio Patriciello, prete anti-camorra della Terra dei Fuochi. “Sono venuto a dare la mia solidarietà ad un popolo antichissimo e nobile che ha il diritto di vivere con le sue risorse senza che nessuno calpesti dignità, storia e autenticità”. Un fiume di scatti, video e commenti sull’apposita pagina Facebook creata per l’evento. Quanto alle curiosità sui gruppi in corteo: nutrita la presenza di lavoratori di alcune tra le più note cantine vitivinicole abruzzesi, ma anche quella di gruppi musicali, artisti e supporters delle principali squadre di calcio della regione come il gruppo ” No Ombrina, Rangers Pescara”.
In molte migliaia, dunque, per il “NO OMBRINA DAY” di Lanciano: non 400, ma ben 482 ( secondo il dato ultimo e definitivo) i comitati, i movimenti, le associazioni, i partiti e le istituzioni che hanno aderito alla manifestazione. Partito dalla zona industriale, il corteo ( IN DIRETTA SU RETE8) ha mosso i primi passi intorno alle 15.30. Da viale Cappuccini, i manifestanti si sono poi spinti verso il centro, continuando in Via Ferro di Cavallo fino a Via Dalmazia per svoltare a sinistra in Corso Trento e Trieste e procedendo fino a Piazza Plebiscito per la manifestazione conclusiva.
Ore 17.00: si aprono i primi ombrelli per la pioggia via via sempre più insistente, ma il corteo non si ferma. Intanto in Piazza Plebiscito, la piazza del Comune dove è stato allestito il palco per il concerto della sera e i brevi interventi, cresce il numero di chi ha atteso l’arrivo del corteo direttamente in piazza. A presidiare la manifestazione ben 150 uomini e donne delle forze dell’ordine e molti agenti in borghese, muniti di telecamere, appartenenti alle sezioni investigative e antisommossa. Il servizio d’ordine è, inoltre, composto da 100 persone del coordinamento ‘No Ombrina’ e da 60 uomini della protezione civile messi a disposizione da vari Comuni. Ad unirsi all’evento di Lanciano anche il coordinamento del Parco del Gargano. 60 gli autobus arrivati da Marche, Lazio, Molise, Puglia, Campania, Basilicata e Calabria.
Una giornata destinata a passare alla storia anche per il forte impatto mediatico che l’evento ha generato. Basti pensare che in moltissimi comuni, anche lontani da Lanciano, sono stati stesi, in case private ma anche in luoghi simbolo, degli striscioni per dire no ad Ombrina e più in generale alle trivelle nell’Adriatico. Anche sul Ponte del Mare a Pescara sventolava da venerdì lo striscione ” No Ombrina” ( come vedete nella foto a lato)
LE RAGIONI DEL CORTEO
La deriva petrolifera dell’Abruzzo è una prospettiva inaccettabile – spiegano i promotori-. Il piano di petrolizzazione dell’Adriatico, che stanno perseguendo sia il governo italiano che quello croato, non prende in considerazione gli impatti che si avrebbero sulla pesca e sul turismo, da sempre la ricchezza di queste aree costiere. Nei prossimi mesi, al largo delle coste abruzzesi, potrebbero essere realizzati un nuovo pozzo di ricerca e fino a 10 nuovi pozzi di estrazione, con infrastrutture che sorgerebbero a pochissimi chilometri al largo del Parco nazionale della “Costa dei Trabocchi”. La superficie di mare abruzzese già interessata dalle attività di estrazione di idrocarburi – gas e petrolio – è più estesa della provincia di Chieti, oltre il doppio di quella di Pescara –sottolineano le associazioni- ribadendo, a proposito di Ombrina, la dannosità e l’inutilità di un’opera ritenuta devastante per il territorio, in termini sia ambientali che economici.
“Non accetteremo” – si legge nel manifesto-appello del corteo- “alcuna decisione imposta dall’alto, arrogante e coloniale, ma al contrario pretendiamo con forza che siano i cittadini stessi a decidere. La terra e il mare sono patrimonio di tutti, e non dei colossi finanziari, né tanto meno dei ministeri romani, che vorrebbero trasformare la nostra meravigliosa regione, terra dei parchi, in un distretto minerario”
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