E’ qui che si é lasciata morire Eleonora?

BivaccoEleonoraLo strazio dell’attesa si aggiunge all’inquietudine per quella che sembra ormai essere una quasi certezza. Tutti gli indizi portano a ritenere che il cadavere rinvenuto in questo angusto riparo (vedi foto) sotto il viadotto Prescovia dell’A14, nei pressi di Vasto, sia quello di Eleonora Gizzi, la maestra di 34 anni scomparsa lo scorso marzo. La vicinanza da casa, appena due chilometri, gli effetti personali, in particolare un paio di stivaletti color turchese con rifiniture in cuoio, le dichiarazioni di chi la conosceva, ma soprattutto conosceva la sua patologia, una grave forma di depressione, che la portava spesso ad isolarsi.

BivaccoEleonora1A tal proposito la Neurologa del San Pio di Vasto, che la teneva in cura, la dottoressa Mafalda Cipulli, la quale ha riferito già da tempo agli inquirenti che Eleonora nei momenti bui amava rifugiarsi sotto un ponte in prossimità del mare perchè solo lì – diceva – poteva sollevare la sua sofferenza e meditare sulla sua vita. Intanto nella giornata di ieri i genitori di Eleonora si sono recati al Clinicizzato di Chieti per il prelievo della saliva dalla quale estrarre il Dna per poterlo comparare con quello estratto dai resti assolutamente irriconoscibili del cadavere. Se i due profili dovessero combaciare a quel punto non ci sarebbe, davvero, più alcun dubbio, e la risposta dovrebbe giungere non prima di una settimana. il cadavere della donna è stato trasferito dall’ospedale di Chieti all’obitorio del cimitero di Vasto, dove rimane a disposizione della Procura della Repubblica di Vasto. I genitori  hanno deciso di evitare in questi momenti qualsiasi tipo di commento chiudendosi in una comprensibile riservatezza. Il padre di Eleonora sin dai primi momenti dopo il ritrovamento si è detto certo che si tratti della figlia, che a questo punto sarebbe morta allontanandosi solo pochi chilometri da casa. In questi mesi la madre si era fatta forte nella convinzione che l’allontanamento volontario avesse portato la giovane lontana. Intanto sta tornando dalla Lombardia, dove risiede da anni, Noemi, la sorella di Eleonora. Tutti sono in attesa di conoscere l’identità della vittima e la data più certa della morte che, a quanto è dato sapere, non sarebbe avvenuta per un atto violento.

BivaccoEleonora2Resta il dolore ed in qualche modo anche il rimpianto: E’ stato fatto davvero tutto il possibile nelle operazioni di ricerca? L’indizio che le autorità conoscevano sulle abitudini di Eleonora di rifugiarsi sotto i ponti e la segnalazione già da aprile di alcuni tecnici della Società Autostrade che avrebbero riferito a chi di competenza che nella zona del ritrovamento dormiva una ragazza il cui bivacco non consentiva loro di svolgere il regolare lavoro di manutenzione dei piloni, sono elementi presi nella giusta considerazione? Il male oscuro che attanagliava Eleonora era una battaglia troppo dura da vincere, ma se fosse stata trovata magari poteva essere come una di quelle tante volte in cui si rifugiava sotto i ponti e veniva poi scoperta come in un grande nascondino, quel gioco che magari amava fare con i suoi bambini.

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