Economia- Speranze da agroalimentare ed export

Luciani Antonio

UpkPfA5XLjjr17yPOkNrrwoYeGtBroDVJXzcAzJ5OJs--“Il 2014 doveva essere l’anno della ripresa e, invece, è sotto gli occhi di tutti che così non è stato. L’Abruzzo non fa eccezione, ma due segnali di speranza arrivano da altrettanti settori dell’economia regionale: l’agroalimentare e l’export”. Così la massima sintesi del professore Pino Mauro, docente economista della D’Annunzio, di uno studio commissionato dalla Cisl Abruzzo-Molise e oggi illustrato alla stampa. Una riflessione a tutto tondo sull’evoluzione del sistema produttivo regionale con un focus speciale sul “ruolo dell’industria nella costruzione delle nuove politiche per la crescita”. “Preoccupa, allarma la crescente disoccupazione specie in quei comparti che storicamente hanno fatto da traino alle cosiddette economie di settore – ci spiega il Prof. Mauro- come ad esempio il tessile nel teramano, l’elettronica in Val Pescara e l’edilizia nel chietino. Altra criticità ormai sotto gli occhi di tutti è quella relativa alle multinazionali che negli anni ’80 non hanno esitato ad insediarsi nel nostro territorio salvo poi abbandonarlo nel momento più nero dell’economia italiana”. Un’analisi quella affidata dal sindacato di Maurizio Spina al Prof. Mauro capace di mettere in luce, tuttavia, anche i segnali di speranza che giungono da due voci in particolare del Pil regionale ossia l’export e l’agroalimentare:” L’export tiene e bene, l’agroalimentare è per l’Abruzzo la quarta voce per crescita e occupazione – conclude l’economista della d’Annunzio- segnali di speranzaquesti che ovviamente le strategie politiche mirate e lungimiranti devono saper accompagnare e alimentare”. Un accenno per finire alle infrastrutture intese come “vere e proprie strade, non solo materialmente parlando, per far veicolare il made in Abruzzo con tempi più rapidi e riuscendo a coprire territori sempre più vasti”.

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