Quella di oggi è una giornata decisamente particolare per Marco Alessandrini: come sindaco e come uomo ricorda il padre e magistrato, Emilio Alessandrini, il giudice pescarese ucciso esattamente 36 anni fa, a Milano, dai terroristi. Quel 29 gennaio del 1979 doveva essere un giorno come un altro per il piccolo Marco, che il papà Emilio stava accompagnando a scuola. Invece, Marco, il padre non lo ha rivisto mai più. Un momento commosso, silenzioso e toccante quello di stamani, a Pescara, in piazza Unione, dove un monumento ricorda il giudice Alessandrini e tutte le vittime del terrorismo. Qui si sono ritrovate le autorità civili, militari ed ecclesiastiche, balza agli occhi la presenza dell’ex sindaco Luigi Albore Mascia vicino all’attuale primo cittadino, e i bambini che devono sapere, anche se non hanno vissuto gli anni di piombo e delle stragi. Il presidente del Consiglio Comunale Antonio Blasioli, ha ricordato la figura del magistrato – eroe Alessandrini che aveva tra le mani inchieste importanti come piazza Fontana e stava lavorando per creare un pool antiterrorismo. Il sindaco, Marco Alessandrini, invece, ricorda il padre, che chiamava per nome “Emilio”, perché per lui era un amico. Certo Marco era bambino, ma i ricordi restano nitidi, soprattutto alcuni, di lui sorridente, spiega Marco, e dalla grande umanità.
Sii il primo a commentare su "Alessandrini: “Emilio, mio padre”"