Esclusivo Walter Bellia: ” Adesso parlo io”

belliaREDAZIONE – La stagione del Chieti è terminata con un’amara e deludnte sconfitta ad Agnone e con la conseguente esclusione dai play off. In esclusiva a Rete8.it ha parlato a 360° l’ex presidente Walter Bellia. ” Innanzitutto confermo che  con questa stagione ho chiuso con il Chieti e più in generale con il calcio. Penso di aver fatto il massimo a Chieti. Ho chiesto tante volte aiuto ma non è mai arrivato. Da solo di più non potevo fare. Sono arrivato all’esasperazione al punto che la gente diceva che ero buono solo a piangere. Per fare calcio oggi ci vogliono quelle sinergie che qui a Chieti non ho mai trovato. In questi sette anni non si è avvicinato nessuno. A Chieti si fanno solo promesse e pacche sulle spalle ma poi si rimane soli. Ho dato tutto quello che avevo, anche l’ultimo anno io non volevo iscrivere la squadra ma mi è stato chiesto più volte e lo ho fatto. Forse anche per questo mi sono beccato tante parole dai tifosi. E’ finita ora la parte che doveva fare a Chieti Walter Bellia. Sono stati sette anni belli e brutti al tempo stesso. Ora vedrò le partite da tifoso. Il futuro è tutto da vedere. C’è questo gruppo che viene da Roma che comunque ha fatto delle richieste all’amministrazione e mi auguro che vengano ascoltate. Le richieste fatte riguardano la gestione dello stadio. Sapete cosa mi ha detto questo imprenditore romano? Che ci i vuole altro per fare calcio. Con lo stadio ha in mente di fare grandi eventi sfruttando l’impianto per fare grandi cose. Sfruttare le potenzialità dello stadio diventa fondametale perchè si arriverebbe ad avere delle liquidità che poi si possono reinvestire nellla Chieti Calcio e riportarla tra le grandi. Oltre ai soldi propri occorrono le idee. Quanto ci ho rimesso io in sette anni? Le mie gestioni sono costate 10 milioni di euro. Il calcio a Chieti va a in perdita perchè comunque non c’è pubblico. Non si può contare sull’incasso come ad esempio San Benedetto. Mi ricordo gli spareggi con la Paganese, eravamo scarsi 4000. Per tenere alto l’interesse devi sempre stare nei vertici ma nel calcio come nella vita non si può essere sempre primi. Se ripenso ai miei sette anni non ho fatto malissimo. Sono rimasto solo in mezzo ad un branco di lupi e ci sono cascato ( l’anno della retrocessione ndr). Un errore che non rifarei? Mandare via chi aveva dimostrato sul campo di valere (Battisti e Di Giampaolo ndr). Queste persone avevano posto come condizione per rimanere che io allontanassi altre persone. Allora non me la sono sentita ma oggi a giochi fatti è stato il mio sbaglio più grande. Avrei dovuto allontanare altri e tenermi chi aveva fatto bene. Anzi, ne ho fatto un altro di sbaglio. Non ho ascoltato mia moglie quando dopo la promozione in c2 mi disse lascia da vincitore. Aveva ragione lei. Ho voluto continuare e oggi esco da sconfitto e tra i fischi. Ma ho sempre fatto il massimo e di questo ne vado fiero”.

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