“Un sacerdote omosessuale vittima di estorsione da parte di uno studente universitario fa notizia solo in quanto omosessuale; poco importa ai devoti se c’è di mezzo un cacciatore di portafogli (maggiorenne e perfettamente consapevole delle sue azioni), perché il vero capo d’accusa è l’omosessualità ed è quanto basta per tracciare il profilo dell’orco”. A scriverlo è l’Arcigay L’Aquila che prende così una dura posizione nei confronti degli autori di commenti omofobi e offensivi pubblicati sui social forum e nei siti online e rivolti a un parroco di una frazione dell’Aquila vittima di un’estorsione a sfondo passionale da parte di uno studente universitario israeliano, che dopo uno scambio di messaggi erotici lo ha costretto a consegnargli 8.500 euro. Il parroco ha infine denunciato il suo ricattatore, ma la cronaca passa in secondo piano: al centro non c’è più un reato penale e grave come quello dell’estorsione, ma l’orientamento sessuale di una persona, come se l’essere omosessuale fosse ancora oggi una colpa. Tanti i ragazzi e le ragazze omosessuali dell’Aquila che ogni giorno si confrontano con i pregiudizi e le difficoltà di rendere pubblico il loro orientamento sessuale. Per Leonardo Dongiovanni, segretario dell’Arcigay L’Aquila bisogna continuare sulla strada della sensibilizzazione.
Estorsione a parroco, Arcigay: “Ora il reato è essere omosessuali”
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