Ex Burgo: Febbo, velocizzare tempi Progetto In.Te

Expo2015

Febbo MauroIl presidente della Commissione di Vigilanza, Mauro Febbo chiede interventi immediati e urgenti per il “Progetto In.Te – terreni ex-Burgo -Chieti” e per questo “ho presentato una risoluzione al presidente della Regione, Luciano D’Alfonso, sottoscritta anche dalla collega Sara Marcozzi, che ringrazio”.

Con il documento si chiede al Presidente di impegnarsi affinché “venga rifinanziata, perché sia utilizzata per quell’area, la Legge regionale n. 40 dell’ 8 agosto 2012 art. 14 – Programma di Sviluppo locale – come già fatto per la Valle Peligna; si chiede altresì di finanziare le opere di urbanizzazione e a corrispondere all’ASI la somma pari allo sgravio che questa accorderà in termini di restituzione degli oneri concessori alle aziende che s’insedieranno nell’area ex-Burgo di Chieti. Questi interventi – rimarca Febbo – devono avvenire nel più breve tempo possibile, tenuto conto dei dovuti iter burocratici e d’approvazione ed entro le scadenze ormai definitive e che altre forme di stanziamento di risorse economiche andrebbero oltre i tempi previsti. Dobbiamo considerare purtroppo l’alta disoccupazione che investe l’area industriale della città di Chieti e della ValPescara ed il Progetto In.Te che è una delle soluzioni, attraverso la quale, investitori privati sull’area dell’ex-cartiera per il re-impiego dei lavoratori ex-Burgo con l’assenso delle sigle sindacali”.

“In occasione dell’ultimo incontro, dopo esserne saltati due precedenti nei quali la Regione stessa ha forfait, quello del 5 marzo scorso presso il Comune di Chieti, il Vice Presidente della Regione Abruzzo Giovanni Lolli, aveva sottolineato “l’impegno della Regione Abruzzo al pieno sostegno della iniziativa e la propria disponibilità alle ulteriori scadenze che si prospettano per la realizzazione del progetto”. Già passi avanti erano stati fatti, grazie agli interventi dell’amministrazione comunale, come la firma di alcuni preliminari da parte di investitori e con l’abbassamento del prezzo di vendita dei terreni da parte da parte della Burgo S.p.a. da 72 a 50 euro. Il tutto grazie alla volontà dell’attuale amministrazione di centrodestra guidata dal Sindaco Di Primio di voler chiudere questa vicenda e dare il via definitivo al progetto. L’impegno, infatti, dichiarato della Regione deve coincidere con uno snellimento dei tempi che sono strettamente legale ad alcune importanti scadenze che sono come per fine giugno 2015, per ciò che riguarda i contratti preliminari, ed entro dicembre 2015, per i definitivi con i privati investitori, altrimenti quest’ultimi potrebbero trovare altre aree e non rispettare i termini di riassorbimento delle maestranze ex-Burgo. Il Consiglio Comunale di Chieti attraverso un ordine del giorno presentato dal Gruppo di Forza Italia e approvato dalla stessa maggioranza ha chiesto, indirettamente, al Gruppo Burgo di accelerare la decisione di cedere i terreni a prezzi equi. Allo stato attuale è sicuramente positiva la volontà di 13 aziende che hanno già dimostrato interesse ad insediarsi nell’area della ex cartiera, alcune delle quali hanno sottoscritto il compromesso per l’acquisto dei terreni; inoltre il Comune di Chieti ha dato disponibilità piena, attraverso lo sportello Suap, a concentrarsi per il rilascio delle autorizzazioni, favorendo, altresì, forme di detassazione ad hoc. A oggi – conclude Febbo – si sono dissipati i dubbi e chiariti i passi che ogni Istituzione deve compiere nell’immediato e la Regione, che è ente determinante in questa fase, deve garantire che farà la propria parte intervenendo sul Consorzio industriale e predisponendo ulteriori misure atte alla prosecuzione di questo iter e ad agevolare questi nuovi e indispensabili insediamenti nella Città di Chieti. Tali azioni di sostegno possono passare solo attraverso un impegno economico diretto della regione come rifinanziare, appunto, la Legge regionale n. 40 dell’ 8 agosto 2012 art. 14 – Programma di Sviluppo locale – come già fatto per la Valle Peligna. Considerato quindi il poco tempo rimasto altre forme di finanziamento, come quella per esempio dei FAS, si andrebbe troppo in là con i tempi non garantendo le condizioni ottimali e dovute per l’avvio definitivo del progetto In.Te”.

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