Una notizia positiva e una negativa per la piccola Noemi. Subito quella buona: le sue condizioni stanno lentamente migliorando e nel fine settimana dovrebbe lasciare il reparto di Pediatria del SS Annunziata di Chieti dove è ricoverata da domenica per la grave crisi che poteva risultare fatale. 
Quella negativa è ancora una volta rappresentata dal muro di indifferenza che circonda la vicenda. Indifferenza non certo dell’opinione pubblica, che naturalmente è schierata con la bimba di Guardiagrele affetta dalla terribile SMA, ma di chi potrebbe fare qualcosa per accendere la speranza della cura. Terapia che in questa fase dovrebbe passare per il metodo Stamina, non riconosciuto dal Comitato Scientifico. Così Andrea Sciarretta, il papà di Noemi, ha preso carta e penna ed ha scritto al Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, al premier Enrico Letta ed al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. “Mia figlia non può più attendere, una infusione immediata della cura Stamina, per lei significa la vita. Voi che potete fate qualcosa altrimenti sarete responsabili. Ogni cittadino ha il diritto di essere curato”. Intanto il legale della famiglia Sciarretta sta valutando se fare reclamo alla sentenza del giudice del lavoro dell’Aquila che ha rigettato il ricorso per l’accesso alla sperimentazione con il metodo Stamina. Il “no” al contestato trattamento a base di cellule staminali mesenchimali, messo a punto dal professor Vannoni, era arrivato dopo le altre due bocciature dei giudici di Chieti. Finora solo Papa Bergoglio ha aperto le braccia alla piccola e alla rabbia dei suoi genitori.

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