“Un soggetto strano ma non pericoloso. Ha sbagliato, anche se il finto attentato ha tutta l’aria di una bufala, ma è giusto che paghi”. A Francavilla al mare sembra essere questo il commento unanime alla notizia dell’arresto di Davide Nunziato, il 35enne accusato di avere inscenato un attentato ai danni dell’ex segretario nazionale della CISL, Raffaele Bonanni. Secondo le indagini della Polizia di Chieti, con il coordinamento del procuratore distrettuale antimafia dell’Aquila, Fausto Cardella, e della sostituto Antonietta Picardi, è stato riconosciuto come l’autore della telefonata anonima che il 21 marzo scorso annunciava la presenza di un ordigno, lasciato a Francavilla nei pressi dell’abitazione estiva di Bonanni, lungo viale Alcione. L’ordigno si rivelò finto: un semplice contenitore di plastica, senza carica esplosiva, con fili elettrici e bulloni, impacchettato con del nastro adesivo. Nunziato è stato arrestato insieme alla moglie Valeria Di Stefano, di 30 anni, ristretta ai domiciliari, e al 21enne di Guardiagrele, Donato Colasante che invece è stato raggiunto dall’ordinanza di custodia cautelare firmata dal GIP Romano Gargarella in carcere, già detenuto per un presunto caso di estorsione ai danni della madre.
Sul suo profilo Facebook Davide Nunziato compare con il nome di Al Zarqawi, con chiara ispirazione al vice di Bin Laden, e con immagini crude di attentati dell’Isis. Un’attenzione ossessiva per Bonanni trasformata in attentato, seppure finto, che ora gli costerà caro: infatti deve difendersi dall’accusa di minaccia aggravata da finalità di eversione dell’ordine democratico. Stessa ipotesi di reato che potrebbe inchiodare Donato Colasante mentre Valeria Di Stefano è accusata di falso, cessione di stupefacenti e violazione della legge sulle armi.
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