video » “Giù le mani dalla pineta dannunziana!”

pinetaPESCARA – “Non bastava la caserma. Adesso arriva il colle artificiale a devastare la pineta dannunziana!”: è questo il grido di protesta lanciato da Italia Nostra, Marevivo, Mila Donnambiente ed Ecoistituto Abruzzo, uniti nella protesta contro il progetto di riqualificazione della riviera sud di Pescara che prevede la realizzazione di una collina artificiale, denominata “la duna”, alta da 5 a 8 metri con annesso passaggio interrato. Uno sbarramento alla vista del mare da quella riserva naturalistica troppo a lungo dimenticata e troppo spesso oggetto di bizzarrie progettistiche, come quella a firma della vecchia giunta Pace e relativa alla realizzazione di una caserma all’interno della riserva naturale, scongiurata da cittadini ed ecologisti con continui presidi diurni e notturni.
A distanza di qualche anno, sostengono le associazioni impegnate nella difesa della storica foresta litoranea cittadina, ecco che il governo pescarese tenta di stravolgere l’assetto naturalistico della riserva dannunziana con un progetto definito inutile e dispendioso. 
“La Regione”, sostengono cittadini e ambientalisti, “eroga ogni anno milioni di euro per la salvaguardia della riserva, falcidiata da anni di vergognosa incuria e recentemente anche dalla nevicata dello scorso inverno. L’unica cosa davvero necessaria sarebbe l’approvazione di un piano di assetto naturalistico già pronto da tempo immemorabile e strumento legittimo per la gestione della riserva con la nomina di un direttore, capace di occuparsene”.
La protesta ha ora un presidio in piazza Le Laudi, dove cittadini e ambientalisti si dicono pronti a perorare la causa della difesa della riserva, rivolgendosi direttamente alla Regione, sussistendo gli estremi per un commissariamento da parte della stessa, qualora non si porrà fine a quella che si definisce come una follia distruttiva. 
A sentire l’altra campana, però, l’assessore comunale Berardino Fiorilli perora la bontà del suo progetto, parlando, più che di una “duna”, di una “connessione o corridoio ecologico” fra pineta e spiaggia, avallando la riqualificazione di un tratto di lungomare pescarese, dimenticato per troppi anni. 
“Ci si ricordi della pineta dannunziana, piuttosto”, protestano le associazioni, battendo il chiodo sull’inutile sperpero di denaro pubblico per la realizzazione di una stravaganza che non giova a nessuno e che contribuirà a sbarrare la vista di quell’unico pezzo residuale di pineta dal mare, che a stento riesce ancora ad affacciarsi sull’Adriatico, riconsegnandoci visivamente la memoria della foresta litoranea storica che per chilometri faceva “festoni” lungo la costa pescarese.


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