( di Marianna Gianforte ) – Due notifiche arrivate ieri aprono un nuovo capitolo nel processo alla Commissione Grandi Rischi, che ha superato – lo ricordiamo – già due gradi di giudizio: un primo con la condanna dell’intera commissione nella sua composizione all’epoca del sisma; un secondo grado – l’Appello – con l’assoluzione di sei su sette componenti dell’organo consultivo della presidenza del consiglio dei ministri e la condanna a due anni del solo Bernardo De Bernardinis, il vice capo del Dipartimento della Protezione civile nel 2009. Una posizione unica quella di de Bernaridinis ritenuto responsabile con una pena minima dalla Corte d’Appello non per tutte le parti civili, ma soltanto per poche famiglie e un totale di 12 persone. Le parti civili hanno fatto ricorso in Cassazione. Ieri la notifica che anche l’avvocato di De Bernardinis, Filippo Dinacci, noto per essere l’avvocato di Silvio Berlusconi, ha fatto ricorso in Cassazione contro la condanna in Appello di De Bernardinis, sostenendo che non sussistono responsabilità a carico del vice di Bertolaso e che non c’è alcuno nesso di causalità tra la condotta di De Bernardinis e la morte di alcune persone nel sisma. Non solo. Ieri è stato notificato anche il ricorso dell’avvocatura dello Stato – che tutela la presidenza del consiglio dei ministri in qualità di responsabile civile della Commissione Grandi Rischi nel processo – rappresentata dagli avvocati dello Stato Sica e Giannuzzo, i quali hanno fatto ricorso in Cassazione per dimostrare l’estraneità di De Bernardinis alla morte delle vittime del sisma. Un processo che vedrà ancora una volta l’amarezza dei familiari sollevarsi nei confronti di uno Stato che non sta dalla parte dei cittadini. Intanto, tra un mese esatto, il 26 maggio alle nove di mattina, davanti al giudice per le indagini preliminari dell’Aquila, Giuseppe Romano Gargarella, si saprà quale sarà il destino giudiziario dell’ex capo del dipartimento di Protezione civile, Guido Bertolaso in merito al processo bis della Commissione Grandi rischi. Il procedimento era stato avocato dalla Procura generale dell’Aquila la quale aveva ritenuto di procedere con la richiesta di rinvio a giudizio soltanto per alcune vittime. Di qui è nata l’opposizione all’archiviazione da parte di tutte le altre vittime del sisma. Il giudice dovrà decidere, dunque, il 26 maggio.