Pescara – Sentenza rinviata al 5 Febbraio per l’inchiesta “Green Connection”. Sembrava che la parola fine del primo grado di giudizio dovesse esserci oggi ma l’odierna udienza si è prolungata oltre il previsto per gli interventi degli avvocati. Insomma, dopo tre anni di processo e a sette anni dai primi arresti bisogna aspettare un’altra settimana per avere le decisioni dei giudici. 13 gli imputati tra cui l’ex assessore Rudy D’Amico, chiamati a rispondere a vario titolo, di associazione a delinquere, turbativa d’asta, abuso d’ufficio, falso, incendio e violenza privata. Sotto la lente d’ingrandimento della magistratura il meccanismo attraverso il quale venivano spartiti a tavolino i lavori e servizi per il verde pubblico a Pescara. Le cooperative coinvolte avrebbero preso accordi sui ribassi d’asta così da sapere in anticipo chi si sarebbe aggiudicato il bando di gara. Pesanti le richieste del Pm Salvatore Campochiaro: si va dai cinque anni di reclusione per Rudy D’Amico, considerato uno dei vertici di un vero e proprio “cartello” per il monopolio della manutenzione del verde, ai 4 e tre anni per Francesco di Simone e Rocco Celsi, considerati i mandanti degli attentati incendiari avvenuti nel 2005 contro coloro che venivano considerati nemici. Chiesta l’assoluzione dall’associazione a delinquere per l’ex dirigente comunale Giampiero Leombroni e per l’ex funzionario Costantino Rapattoni, sui quali resta però in piedi l’accusa di abuso e falso per il primo, e di abuso d’ufficio per il secondo. Altre pene pesanti sono state chieste per l’ex dirigente comunale Vincenzo Cirone e l’ex presidente della cooperativa sociale Edil Pennese, Franco D’Alonzo, cinque anni e sei mesi per il primo, cinque anni e due mesi per il secondo.
Be the first to comment on "Processo Green Connection: il 5 Febbraio la sentenza"