video » Grido d’allarme di Confartigianato: “6.500 posti di lavoro in meno a L’Aquila”

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lavoroNella città dell’Aquila c’è una vera e propria emorragia di posti di lavoro con 6500 posti persi solo negli ultimi dodici mesi. La cassa integrazione secondo le stime dei sindacati, è aumentata del 1600%. In Abruzzo la disoccupazione è passata dal 7,6% del 2011 a circa il 12% dello scorso anno, quella giovanile supera abbondantemente il 40%. Sono dati contenuti nella lettera inviata dalla Confartigianato regionale ai parlamentari eletti in Abruzzo con la quale l’associazione, che raccoglie in regione circa 8 mila artigiani, torna a lanciare l’allarme lavoro e sollecita l’adozione di misure urgenti con decreti legge da adottare nei primi 100 giorni di governo. Tra questi la riduzione della pressione fiscale, l’adozione di misure per la liquidità finanziaria, la semplificazione della macchina burocratica, la riforma del mercato del lavoro e l’azzeramento della contribuzione nei comuni colpiti dal terremoto del 2009. E poi l’annullamento delle ordinanze Inps e Inail relative al cratere del sisma ed il finanziamento certo di almeno un miliardo all’anno per la ricostruzione. E proprio a causa del blocco della ricostruzione viene sottolineata la crisi che attraversa il settore dell’edilizia. “La città dell’Aquila, martoriata dal sisma di quattro anni fa, doveva diventare il più grande cantiere d’Europa – sottolinea il presidente di Confartigianato Abruzzo Angelo Taffo – doveva costituire il volano dell’economia regionale e nazionale. Invece, nostro malgrado, il settore dell’edilizia ha registrato, nel terzo trimestre del 2012 rispetto allo stesso periodo del 2011, un clamoroso -4%: il trend peggiore a livello nazionale”.

“In Abruzzo – conclude Taffo – la flessione del Pil nell’ultimo anno è stata del 6,9% rispetto

ad una media nazionale del -5%”.


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