Gruppo Alimonti all’asta, primo round l’8 luglio. Due cordate in corsa?

molino alimonti ortonaSi va all’asta, ma non tutto è perduto, e parlare di fallimento è in questo caso, decisamente fuori luogo. Vanno lette con attenzione, ma senza particolari allarmismi le notizie che giungono dal Tribunale di Chieti sulla procedura riguardante i tre stabilimenti del gruppo “Molino Alimonti”: Ortona, Guardiagrele e Roma, e i suoi circa 100 dipendenti.
Il concordato preventivo liquidatorio, cui sovrintende il giudice delegato Nicola Valletta, ha avviato in questi giorni la procedura competitiva per la vendita degli stabilimenti complessiva (a oltre 111 milioni di euro) o anche separata. Qualora la vendita andasse deserta, si tenterà anche la carta dell’affitto. La pubblicazione dell’avviso di vendita sul sito del Tribunale, ma anche su quelli di alcuni quotidiani a tiratura nazionale, ha generato comprensibile ma forse eccessivo allarme tra i lavoratori, che dopo anni di cassa integrazione ripongono le loro speranze nell’intervento di cordate di imprenditori disposte a rilevare l’attività, ormai ferma dal 2011.
Certo i tempi non saranno brevissimi, ma da fonti della procedura non trapelano segnali di resa: sarebbe ancora vivo l’interesse di almeno due gruppi di rilievo nazionale disponibili a salvare stabilimenti e buona parte dei livelli occupazionali. Sarebbe proprio questo doppio interessamento alla base della procedura competitiva, non certo lo scenario del fallimento. L’asta curata dai commissari liquidatori Remo Di Giacomo e Gianni Di Battista, inoltre, avrà una prima scadenza molto ravvicinata: quella dell’8 luglio prossimo quando, nello studio del Notaio Plasmati di Chieti, verranno aperte le buste delle eventuali offerte. Insomma, non è ancora il tempo di arrendersi.

L'autore

Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.

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