GdF: effetto crisi, fisco, lavoro nero nel report 2014

gurdia di finanzaTrecentosessanta denunce, di cui cinque in stato di arresto, per reati tributari con un ammontare di sequestri patrimoniali pari a 55 milioni 354 mila 600 euro. E’ il bilancio dell’attivita’ operativa svolta nel 2014 dai reparti del Corpo dell’Abruzzo della Guardia di Finanza diretto dal generale Flavio Aniello. Le verifiche ai fini delle imposte dirette e altri tributari sono state 1.089, i controlli fiscali 1.133, i controlli strumentali e su strada 7.478. Nel 2014,inoltre, le Fiame Gialle hanno scovato in Abruzzo 182 evasori totali e 40 paratotali. Le irregolarita’ riscontrate nel corso di controlli strumentali ammontano al 18%. Per quanto riguarda il lavoro sommerso la finanza ha scoperto 308 persone che prestavano la loro opera in nero, 43 i lavoratori irregolari e 144 i datori di lavoro che hanno utilizzato manodopera irregolare o in nero. Il contrasto all’evasione fiscale, nelle sue molteplici e sempre piu’ insidiose manifestazioni, anche nel 2014 ha dunque costituito l’obiettivo primario dell’attivita’ della Guardia di Finanza. Particolare attenzione – come si evince dai dati citati – e’ stata posta, nel contrasto del “lavoro nero”, fenomeno oltremodo insidioso in ragione della connessione, il piu’ delle volte, con altre forme di illegalita’ quali lo sfruttamento dell’immigrazione clandestina e le frodi in danno dell’Inps, con lavoratori spesso sfruttati e costretti a lavorare in condizioni massacranti e in spregio della propria salute. Un’attività ad ampio raggio quella svolta dalle Fiamme Gialle: ancora, dal monitoraggio della ricostruzione post sisma alla lotta al traffico di stupefacenti, dalla tutela dei consumatori, grazie ai controlli dei prodotti non di rado contraffatti o insicuri, alla salvaguardia dell’ordine e della sicurezza al mare come sui nostri monti, al contrasto ai reati ambientali. E nella riflessione del comandante regionale della Guardia di Finanza, Flavio Aniello, c’è la consapevolezza “della crisi congiunturale in cui stagna l’economia nazionale e di come gli effetti negativi ad essa correlati si facciano sentire, ancor piu’ amplificati, nella nostra regione. I bassi tassi di crescita del Pil locale, la forte disoccupazione, le difficolta’ dei pochi distretti industriali ad innovare ed attrarre investimenti, le cointeressenze della criminalita’ organizzata per le provvidenze pubbliche della ricostruzione post-sisma, costituiscono, tutti insieme, fattori che frenano – conclude il Comandante Aniello – lo sviluppo economico e sociale, incidendo non poco sul reddito di imprese e famiglie”. 

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