Punti nascita: il documento della maggioranza dopo il voto di ieri

Consiglio RegionaleA seguito del voto in Consiglio Regionale che sui Punti nascita ha visto soccombere il Governo Regionale, la maggioranza si è riunita e ha prodotto un documento sottoscritto da tutti i consiglieri, anche di quelli che hanno votato a favore dell’opposizione (contro la chiusura). Questo il contenuto integrale del documento: “La maggioranza di governo, a seguito delle due risoluzioni approvate dal consiglio regionale, ribadisce la necessità di andare avanti con il processo di riforme sulla sanità, con l’obiettivo di uscire definitivamente dal Commissariamento e ristabilire il diritto dell’Abruzzo alla propria programmazione sanitaria. Il centrosinistra proporrà un nuovo Patto della Salute fondato sul trasferimento di risorse e servizi sui territori, dall’ospedalizzazione alla medicina sul territorio. Indietro non si torna. Abbiamo in mente un modello funzionante come quella della Toscana e non certo proprio delle peggiori esperienze in Italia. Su questo apriremo un sincero e grande dibattito pubblico sul territorio. Sulla questione punti nascita abbiamo registrato una differenziazione evidente di posizione, ma non certo sul portato complessivo delle cose da fare, in particolare sulla sanità, dove tutti, nessuno escluso, hanno ribadito l’obiettivo delle riforme. Nei 66 mesi chi ci ha preceduto non ha stanziato un euro per nessuno dei punti nascita, lasciandoli nell’abbandono. Ma la verità verrà a galla e sarà chiaro a tutti chi ha portato la sanità sui territori e chi l’ha tagliata. I conti si fanno alla fine. Ci attende molto lavoro da fare: presenteremo un nuovo patto della salute, dall’ospedalizzazione alla medicina sul territorio, questa sarà la dritta della nuova sanità in Abruzzo”.


OMBRINA

Il Consiglio regionale, riunito in seduta straordinaria, ha respinto la risoluzione dalle minoranze che chiedeva l’intervento della Giunta regionale per bloccare la firma dei decreti autorizzativi all’installazione dell’impianto petrolifero definito “Ombrina Mare 2”, che dovrebbe sorgere poche miglia al largo del litorale della provincia di Chieti. Durante la lunga discussione, è stato tentato di approvare un documento unitario, come chiesto dal presidente Luciano D’Alfonso. 
“Abbiamo deciso di votare contro la risoluzione presentata dalle minoranze semplicemente perché non avrebbe avuto alcun effetto sul blocco dell’iter autorizzativo dell’impianto Ombrina Mare 2, che la società Rockhopper vuole realizzare di fronte alla Costa dei Trabocchi”. Questo il commento del consigliere regionale del Pd Luciano Monticelli. “Come maggioranza – continua Monticelli, che parla a nome dell’intero schieramento – avevamo presentato un secondo documento, che discuteremo nella prossima seduta. Un testo in cui, come affermato in aula dal presidente della Regione Luciano D’Alfonso, si affronta l’argomento puntando sulla novità amministrativa dell’istituzione del Parco della Costa dei Trabocchi, il cui iter si sta concludendo proprio in questa settimane e che può rappresentare un autentico ostacolo all’incompatibilità dell’insediamento non solo di Ombrina, ma di tutti gli impianti petroliferi nel tratto antistante il litorale abruzzese. Siamo convinti che proprio la vocazione ambientalista della nostra regione, dove già esiste da anni l’area protetta del Cerrano, sia l’unico modo per fermare la petrolizzazione dell’Abruzzo”. Secondo il movimento cinque stelle, “la maggioranza di centrosinistra è stata chiara: “Ombrina si farà. Non passa la risoluzione su Ombrina Mare che impegnava la giunta a prendere una posizione netta e chiara contro quest’opera dannosa e inutile, che rovinerà per sempre le nostre coste. Il presidente D’Alfonso non ci difende dagli ufo, non mantiene le promesse fatte in campagna elettorale e non da seguito ai numerosi annunci fatti attraverso gli organi di stampa per imbonire la popolazione – continua la nota – Non sono servite le motivazioni espresse dal Movimento Cinque Stelle e dall’opposizione, non sono servite le proteste di centinaia di cittadini che fuori dalla Regione stanno reclamando una regione pulita che mantenga la vocazione di “Regione Verde” che da sempre ha contraddistinto l’Abruzzo”. Secondo i grillini, “il presidente D’Alfonso non ascolta i cittadini, ma tutela le grandi lobby in nome della morte del territorio che amministra. Trenta votanti, 2 astenuti, tutti contrari tranne l’opposizione”.
A margine della riunione straordinaria del consiglio regionale abruzzese sulla vicenda di Ombrina Mare 2, l’assessore regionale all’Ambiente, Mario Mazzocca, ha detto: “Il fatto che il centro destra, dopo aver contrastato nei sui cinque anni di governo la sua istituzione, non abbia voluto inserire nell’ordine del giorno da votare in consiglio l’impegno a realizzare il Parco della costa teatina dimostra tutta la strumentalità dell’operazione”. Mazzocca ha sottolineato come, fin dal suo insediamento, il suo assessorato e la Giunta Regionale abbiano fatto e continuino a fare tutto ciò che è nelle loro prerogative per impedire che si realizzino esplorazioni per la ricerca di petrolio nel nostro mare. “Abbiamo svolto – ha proseguito Mazzocca – un ruolo di coordinamento degli Enti locali, delle organizzazioni sociali ed economiche, delle associazioni ambientaliste in fase di presentazione delle osservazioni nelle procedure di VIA nazionale e abbiamo impugnato davanti alla Corte Costituzionale quegli articoli dello “Sblocca Italia” che escludono la Regione dalle procedure autorizzative della ricerca di idrocarburi. A questo punto, l’unica cosa veramente utile per ribadire l’incompatibilità delle attività petrolifere con il modello di sviluppo scelto dalla Regione è la rapida conclusione delle procedure di perimetrazione del Parco Nazionale della Costa Teatina, con la sua conseguente piena operatività. Dire No a Ombrina Mare ed al Parco della Costa Teatina è uno strano modo, quello del centro-destra abruzzese, di concepire lo sviluppo sostenibile dell’Abruzzo”. Il Consiglio Regionale ha respinto una risoluzione presentata dal centrodestra e dal consigliere Mercante (M5S) che, oltre ad costituire, secondo Mazzocca atto meramente strumentale, appariva comunque superata dagli eventi messi in atto dalla Regione Abruzzo negli ultimi mesi. “La principale motivazione del rigetto – ha aggiunto l’assessore – risiede unicamente nella assoluta chiusura del centro-destra a voler riconoscere l’ormai pressante esigenza della istituzione del Parco della Costa Teatina, oltre alla sua estrema contestuale utilità per una concreta, importante ed ulteriore forma di opposizione alla deriva petrolifera dell’Adriatico. Nel documento, in realtà, si ometteva anche il pur minimo riconoscimento alla giunta D’Alfonso dell’attività svolta in questi mesi per scongiurare la deriva petrolifera del nostro mare. Eppure di momenti fattivi ed atti concreti ce ne sono stati diversi: dall’avvio concreto del dialogo con tutti i portatori di interesse generale (dalle istituzioni ai comitati e alle associazioni), alla assunzione di atti ufficiali per la formulazione delle osservazioni alla procedura di Via nazionale (due delibere di giunta, le prime dell’Abruzzo sul tema), due ricorsi alla Corte Costituzionale avverso l’art.38 dello “Sblocca-Italia” (prima delle nove Regioni ricorrenti). In definitiva, in soli dieci mesi si è prodotto molto di più di quanto si sia fatto nei precedenti 66 mesi”.

POWERCROP

Il Consiglio Regionale, in seduta straordinaria, per discutere del progetto Powercrop per la realizzazione di una centrale a biomasse a Borgo Incile di Avezzano, ha approvato due risoluzioni, una della maggioranza e una dell’opposizione, per ribadire la contrarietà all’insediamento. Il primo documento, a firma del centrosinistra, impegna il presidente Luciano D’Alfonso e la Giunta a sostenere presso i ministeri competenti e presso il prefetto dell’Aquila, nella sua qualità di commissario ad Acta per la riconversione dello stabilimento ex Sadam, “il parere negativo alla costruzione e all’esercizio di un impianto per la produzione di energia elettrica da biomassa della potenza di 30 megawatt”; ad approvare definitivamente il Piano di Assetto Naturalistico della Riserva del Monte Salviano; ad adottare ogni iniziativa utile alla salvaguardia dei livelli occupazionali degli ex lavoratori dello zuccherificio di Celano. Il secondo documento, sottoscritto dall’opposizione, impegna il Governo regionale ad assumere ufficialmente una posizione di contrarietà nei confronti del progetto della centrale PowerCrop, “riconoscendone l’incompatibilità con il contesto socio-economico e ambientale che contraddistingue la Piana del Fucino e, più in generale, la Marsica”; a ritirare qualsiasi adesione della Regione ad Accordi o Intese, nell’ambito dei piani di riconversione degli ex zuccherifici, con particolare riferimento all’accordo del 2007 tra la Sadam, la Regione, la Provincia dell’Aquila, il Comune di Celano, la PowerCrop e le sigle sindacali dei lavoratori dell’ex zuccherificio; a provvedere alla revisione del parere rilasciato dal Comitato Via nel 2010, alla luce delle criticità emerse nell’iter progettuale dell’impianto; a interessare il Comitato interministeriale circa le lacune, mancanze e inadeguatezze riscontrate nel progetto di riconversione presentato dalla Sadam, al fine di rivedere l’ accordo di riconversione nell’ottica di una reale valorizzazione del territorio marsicano e delle sue peculiarità.

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