video » Il dragaggio non parte? “Ce ne andiamo in Croazia!”

porto pescara dallalto“Stando così le cose, ce ne andremo in Croazia!”… è questa la provocazione di Antonio Spina dell’associazione armatori. Stamani in Provincia, a Pescara, incontro della marineria assieme ai comitati no elettrosmog San Silvestro, associazione Strada Parco, no Cementificio, con i candidati alle prossime Politiche. Ancora al centro le vicende legate al mancato dragaggio del porto. Ieri il vice presidente della Commissione Europea Tajani è stato a Pescara e ha ribadito il suo impegno per sbloccare i 3 milioni di euro stanziati dallo Stato che però devono avere ancora il via libera dall’Europa prima di essere utilizzati quali indennizzi per la marineria. Si va, intanto, verso un prolungamento del fermo pesca obbligatorio al porto di Pescara, considerato che i lavori di dragaggio promossi dal ministero delle Infrastrutture, per un totale di 200mila metri cubi, non sono ancora partiti e il fermo pesca attuale scade il 28 febbraio. “Se i dirigenti della Sidra – la ditta incaricata del dragaggio – dicono che la draga piccola, arrivata a Pescara, a giorni potrebbe iniziare l’escavo – afferma Spina – il modo di dragare per noi è sbagliato, bisognerebbe cominciare dall’interno del porto e procedere verso l’esterno, non il contrario. Poi c’è un’altra questione legata al ripascimento che deve essere distinto dal dragaggio. Insomma – polemizza Spina – i soldi stanziati devono essere utilizzati soltanto per il dragaggio”. E non finisce qui, perché bisogna comunque aspettare l’esito delle analisi sui fanghi, dirimere altre questioni burocratiche. Insomma la demoralizzazione è tanta. Lunedì probabilmente un incontro in Capitaneria, entro fine mese un’assemblea per decidere il da farsi. E stavolta non si scherza più.


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