Pescara alla fine del 1800, cittadina tra le più floride della Provincia di Chieti, anch’essa coinvolta nel processo di urbanizzazione ed industrializzazione a poco più di 10 anni dall’unificazione dell’Italia. In un contesto economico così positivo non potevano che trovare terreno fertile i primi istituti di credito: tra il 1883 ed il 1899 erano addirittura due le banche locali; la Banca di Pescara nata nel luglio del 1883 ed il Banco di Credito Popolare, poi denominato Banco di Credito e Consorzio Agrario la cui nascita risale al febbraio del 1899. Legato alla Banca di Pescara uno degli insediamenti industriali ed economici più importanti della città come la vecchia fornace, sorta dalle  ceneri della vecchia fortezza. Con il passare degli anni altri istituti di credito nazionali decisero di aprire degli sportelli a Pescara, il primo fu la Banca d’Italia nel 1913 ed un anno dopo la Banca Commerciale Italiana, negli stessi anni la Banca di Pescara abbandonò il settore creditizio per puntare su quello edilizio e dieci anni più tardi provò a tornare ai suo vecchi fasti con la denominazione Nuova Banca di Pescara, ma a causa di un serie d’irregolarità nella tenuta contabile in pochi anni fallì. Una vita più lunga la ebbe il Banco di Credito e Consorzio Agrario che, solo quando si rese conto di non poter tenere il passo dei più importanti Istituti di credito nazionali, decise di farsi da parte deliberando lo scioglimento anticipato e la messa in liquidazione dal primo agosto del 1938. Queste e tante altre preziose informazioni sono contenute nel libro “Le Antiche Banche di Pescara”, scritto da Fernando Bellafante per la Tinari Edizioni e presentato nei giorni scorsi presso l’Auditorium Petruzzi in un incontro pubblico al quale hanno partecipato come relatori Marcello Benegiamo e Bruno Sulli, moderatore il giornalista Franco Farias. Si tratta di un documento storico di assoluto prestigio che racconta anche di come Pescara si é sviluppata soprattutto sotto il profilo economico.