Inchiesta Caffé Venezia, sentenza slitta al 2015

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tribunale pescaraSlitta al 24 febbraio 2015 la sentenza del gup del Tribunale di Pescara, Carla Sacco, riguardante l’inchiesta su un presunto riciclaggio che nel settembre 2011 portò al sequestro – e poi al dissequestro – tra l’altro, dei due Caffé Venezia di Pescara, di conti correnti e beni aziendali per un valore complessivo di circa 20 milioni di euro. La decisone era prevista per oggi, ma l’udienza è stata rinviata per impedimento del difensore dei sette imputati. Questa mattina, inoltre, tutte le udienze sono state sospese fino alle 11.30 per la visita al Tribunale di Pescara del presidente della Corte d’Appello dell’Aquila. I sette imputati, che saranno giudicati con il rito abbreviato, sono tutti riconducibili ad una famiglia di origine foggiana, i Granatiero, che a Pescara hanno creato una sorta di impero dal 2002 in poi e che a Manfredonia erano già noti. Secondo il pm Gennaro Varone, che nella precedente udienza ha chiesto cinque condanne e due assoluzioni, il denaro investito a Pescara dai Granatiero proveniva dal clan pugliese dei Romito. Le persone coinvolte sono i fratelli Sebastiano Michele e Pasquale Granatiero, la mamma Antonia Grieco, che vive a Manfredonia, Rita Lucia Granatiero, anche lei di Manfredonia, Giuseppe Prencipe, nato a Manfredonia e residente a Pescara, Anna Brigida e Severino Prato, ambedue residenti nella città in provincia di Foggia

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