Inchiesta Soget- Rigettato ricorso contro sequestro documenti

Tribunale PescaraIl Tribunale del Riesame di Pescara, presieduto dal giudice Angelo Zaccagnini, ha rigettato il ricorso contro il provvedimento di sequestro dei documenti cartacei e informatici presentato dai difensori del direttore della Soget, Gaetano Monaco, unico indagato nell’ambito dell’inchiesta sui 36 milioni di crediti inesigibili (tasse, multe, affitti delle case popolari) del Comune di Pescara. L’ipotesi di reato a carico di Monaco, 50 enne originario di San Valentino, e’ truffa ai danni di ente pubblico. Tra le carte al vaglio degli inquirenti figura la revoca del pignoramento a carico del consigliere regionale di Forza Italia, Lorenzo Sospiri, non indagato, per debiti derivanti da multe automobilistiche. Il Riesame, quindi, conclude: “L’ipotesi investigativa formulata dal pubblico ministero e’ assolutamente plausibile”. Il Tribunale sottolinea anche che Monaco nel suo ufficio personale deteneva la documentazione relativa a Sospiri. Nello specifico, a Monaco, il pm Gennaro Varone, titolare dell’inchiesta, contesta il reato di truffa ai danni di ente pubblico “per aver disposto o avallato pretestuose dichiarazioni di inesigibilita’ del credito presentate al Comune di Pescara con conseguente ingiusto profitto patrimoniale per la Soget Spa e corrispondente danno per il Comune”.
“Purtroppo si continua a forzare la mano e a fare confusione in una vicenda che, per quello che mi riguarda, è trasparente – puntualizza il Capogruppo Sospiri in una nota -. Come ho già più volte chiarito, quando sono venuto a sapere di avere un debito nei confronti della Soget, ho fatto ciò che qualunque altro normale cittadino avrebbe fatto: mi sono recato negli uffici della Società di riscossione per capire di cosa si trattasse. Quindi ho rintracciato, ove possibile, tutte le vecchie ricevute di pagamento risalenti a decine di anni fa delle vecchie multe già saldate, le ho consegnate all’Ufficio che ha verificato quali sanzioni fossero o meno ancora realmente da pagare, comunicandomi l’importo complessivo, che ho chiesto di rateizzare, come avrebbe fatto chiunque al mio posto. Le mie sanzioni, dunque, erano tutti crediti esigibili, tanto che ho già provveduto a saldare l’intera somma richiesta, con l’aggiunta di mora e interessi maturati; peraltro, essendo all’epoca dei fatti consigliere comunale, non avrei neanche potuto impugnare le multe, alcune delle quali ritengo illegittime, perché, per regolamento, sarei immediatamente decaduto dalla carica”.

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